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SVIZZERA«I numeri restano alti. Non possiamo essere ottimisti»

29.12.20 - 14:14
Gli esperti della Confederazione hanno fatto il punto sull'andamento della pandemia e sui vaccini.
Keystone
Il capo della Sezione gestione delle crisi Patrick Mathys. 
Il capo della Sezione gestione delle crisi Patrick Mathys. 
«I numeri restano alti. Non possiamo essere ottimisti»
Gli esperti della Confederazione hanno fatto il punto sull'andamento della pandemia e sui vaccini.
Sotto la lente anche le temute mutazioni. Mathys: «Attualmente in Svizzera ci sono cinque casi della variante britannica e due di quella sudafricana». Ackermann: «L'obiettivo è testare sempre di più, soprattutto nelle zone in cui sono già state rilevate».

BERNA - La distribuzione dei vaccini. La tanto temuta variante britannica. Le discusse stime del tasso di riproduzione del virus. E i numeri relativi a contagi, ospedalizzati e decessi che non accennano a diminuire. Gli esperti della Confederazione - nella consueta conferenza stampa da Berna - fanno il punto sull'andamento della pandemia nel nostro Paese anche in vista di un Capodanno che si preannuncia già sin d'ora blindato. 

Il primo a prendere la parola è il capo della Sezione gestione delle crisi dell'Ufsp Patrick Mathys che si è espresso sulla situazione epidemiologica nel nostro Paese. «Durante le festività i numeri sono diminuiti come previsto. Ma non possiamo ancora essere ottimisti in quanto essi restano ancora troppo alti», sottolinea Mathys, rivelando le cifre odierne: 4'197 infezioni, 220 ricoveri e 131 decessi.

 Cinque casi della variante britannica - Il capo della Sezione gestione delle crisi ha poi aggiornato le cifre riguardo alle nuove varianti del virus: «Attualmente in Svizzera abbiamo rilevato cinque casi della variante britannica e due di quella sudafricana. Al momento non ci sono prove che queste mutazioni siano diffuse nel nostro Paese, ma ovviamente supponiamo che ci siano ulteriori infezioni di cui ancora non siamo a conoscenza». Mathys ha poi precisato l'importanza di muoversi subito per contrastare la diffusione di queste due varianti. «Dobbiamo reagire ora che i numeri sono bassi. L'obiettivo è rallentare la diffusione e prendere tempo».

Un Capodanno diverso - Mathys ha in seguito parlato dei festeggiamenti per Capodanno. «A Natale ho visto soluzioni commoventi per festeggiare comunque ma rispettando le misure in vigore per lottare contro il coronavirus. Lo stesso andrà fatto per Capodanno. Sarà possibile festeggiare ma a distanza e senza baci e abbracci».

«Dati non chiari» - Anche la vicepresidente dell'Associazione dei medici cantonali, Linda Nartey si è espressa sulla situazione epidemiologica. «I dati attuali non dipingono un quadro chiaro della situazione poiché durante le festività sono stati effettuati meno test». La dottoressa però si è detta preoccupata delle nuove varianti e della loro maggior infettività e ha nuovamente ricordato alla popolazione quanto sia importante sottoporsi a un tampone appena appaiono i primi sintomi.

Settimi per morti - Martin Ackermann, capo della task force nazionale Covid-19, parla invece della mortalità: «In media un'ottantina di persone muoiono ogni giorno in Svizzera per complicazioni legate al coronavirus. Considerata la nostra popolazione, siamo al settimo posto al mondo», rileva l'esperto. «È essenziale - ha insistito - continuare ad applicare le misure di protezione abituali». Ovvero limitare i contatti, rispettare la cosiddetta distanza sociale e lavarsi le mani. I vaccini sono per Ackermann motivo di speranza ma prima il Paese deve uscire dalla «zona a rischio» e creare un margine di sicurezza nel caso in cui i fattori si aggravino.

«Effettuare più test» - Per questo uno dei principali obiettivi della task force è quello di ridurre il più possibile la diffusione della variante inglese che essendo maggiormente contagiosa, potrebbe far aumentare le infezioni. In Gran Bretagna dove la variante è già bene presente, i ricoveri in ospedale sono infatti raddoppiati nel giro di una settimana. Per questo per Ackermann sarà fondamentale impedire la diffusione incontrollata della mutazione: «L’obiettivo generale della task force resta quello di dimezzare il numero dei casi ogni due settimane». Per fare questo fondamentale sarà «testare ancora di più, soprattutto nelle zone in cui sono già state rilevate le mutazioni». Altrettanto importante sarà «intensificare il tracciamento a ritroso» e «sequenziare il maggior numero possibile di campioni per rilevare la nuova variante». 

Esercito sempre impegnato - L'ultimo a prendere la parola è il brigadiere Raynald Droz che ha fatto il punto sul dispiegamento dell'esercito. «Abbiamo completato 24 interventi. Attualmente 140 militi sono ancora attivi negli ospedali, per lo più come volontari. Durante questa seconda ondata abbiamo previsto circa 25'000 giornate lavorative a sostegno dei nosocomi svizzeri». La disponibilità, precisa Droz, è garantita almeno fino al 31 marzo. «Stiamo seguendo il numero delle infezioni molto da vicino. I prossimi mesi saranno ancora difficili». L'esercito ha pure ricevuto il compito di consegnare le dosi dei vaccini.

All'odierno punto informativo sono presenti:

    • Patrick Mathys, capo della Sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp)
    • Martin Ackermann, capo della task force nazionale Covid-19
    • Brigadiere Raynald Droz, capo di stato maggiore del Comando operazioni
    • Linda Nartey, vicepresidente dell'Associazione dei medici cantonali
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COMMENTI
 

vulpus 3 anni fa su tio
Non ci sono alternative a un altro lookdown. Inutile menarsela con dichiarazioni da spiziee. Si gioca con la salute dei cittadini, il virus gira alla massima velocità , gli ospedali sono al limite e la gente muore. Vanno chiuse le scuole e tutte le attività non indispensabili , per almeno 3 settimane. Poi vediamo se i contagi non diminuiscono. La gente ha ripreso a fregarsene e a fare quello che vuole senza troppe precauzioni.

Volpino. 3 anni fa su tio
Risposta a vulpus
In effetti la gente sembra diventata ambivalente e fatalista nei confronti delle raccomandazioni delle autorità. Incomincia a fregarsene se positivi o no e non vede l'ora di andare nei centri commerciali a cercare saldi attraenti, a volte anche con bambini piccoli senza mascherine di fronte alla nuova versione inglese o sudafricana in circolazione che colpisce di più i bambini.

Volpino. 3 anni fa su tio
Mi ricordo che durante la conferenza stampa di fine novembre la sua collega aveva detto che l'obbiettivo entro fine anno è di raggiungere al massimo 500 nuove infezioni al giorno. Così purtroppo non va più, bisogna per forza ordinare un secondo lockdown. Per quelli che non la vogliono capire la teoria della relatività l'ha già inventata Einstein.

Luca 68 3 anni fa su tio
e piantiamola di dire che muore solo persone anziane, non è vero, e anche se fosse non dimentichiamo che gli anziani di oggi sono quelli che anno costruito la nostra società, credo ci voglia un po'più di rispetto

Luca 68 3 anni fa su tio
Don quijot, la situazione è sotto controllo quando i numeri scendono, non mi sembra sia il caso

Biaggi 3 anni fa su tio
Buffoni

Sonya 3 anni fa su tio
Pagliacci

Amir 3 anni fa su tio
Lasciate entrare è uscire cani e porci e poi avete il coraggio di dire a noi niente baci e abbracci...come diceva il famoso Totò..ma mia faccia il piacere...

Biaggi 3 anni fa su tio
Risposta a Amir
Pura verità

Tato50 3 anni fa su tio
A quello in foto, nemmeno a pagarmi -))

Luca 68 3 anni fa su tio
la situazione non mi sembra sotto controllo, con oltre 4000 casi al giorno, poi sé circola la nuova variante, direi che siamo in alto mare, con le piste da sci aperte e quindi l'unico svago, la gente è tutta sulle piste, personalmente credo che dopo la metà di gennaio i casi saliranno ancora di più, poi si dirà che non si doveva aprire. berse e compagni di diranno stupiti. credo di più ai medici e sempre meno ai politici

Don Quijote 3 anni fa su tio
Risposta a Luca 68
Allora secondo te quale sarebbe il numero di casi dove possiamo dire di avere la situazione sotto controllo, 300, 1'000 o 6'000 come nell'influenza del 2015? Tiro fuori quest'anno perché è quello più paragonabile al 2020 per morti d'influenza che, in Svizzera ha raggiunto 4'600 vittime contro le circa 7'000 di quest'anno, supponendo che il metro per definire la causa di morte, quanto hanno pesato sulla bilancia le malattie pregresse e l'età e quanto la concausa CV19 rispettivamente influenza ordinaria. Per me il problema centrale rimane la pressione sulle strutture ospedaliere, nettamente sottodimensionate da parecchi anni per una popolazione di ultraottantenni sempre più numerosa e fragile. Tutti gli anni si arriva al limite dell’occupazione letti durante il periodo influenzale, certo per un periodo più limitato, ma è bastato ben poca cosa, non si tratta della peste bubbonica né della spagnola che colpiva indiscriminatamente tutti, siamo pur sempre davanti al solito problema dell’influenza stagionale con gli over 80, aggravato dal fatto che manca la vaccinazione del solito milione di persone a rischio o a contatto. Se non hanno fatto buca con il vaccino, una volta vaccinata la solita percentuale di popolazione, i numeri dovrebbero rientrare in quella normalità che si muore ugualmente ma non frega niente a nessuno.

Moga 3 anni fa su tio
Risposta a Don Quijote
Certo che se conti come morti per covid anche terminali di cancro, infarti e ictus fai presto a fare la cifra. I tamponi danno oltre l'80% di falsi positivi!

Meiroslnaschebiancarlengua 3 anni fa su tio
Se ci si basa sulla foto, questi giorni Mathys a fatto fuori la scorta di vino prevista per natale, capodanno e l'epifania (per lui e per tutta la famiglia).

Volpino. 3 anni fa su tio
Berset qualche giorno fa dice che la situazione è sotto controllo, Mathys in un certo senso lo smentisce affermando che la situazione non è del tutto rosea. Penso che è definitivamente giunta l'ora che i partiti borghesi sostengono Berset, o si sta forse mettendo in gioco la formula magica al CF?
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