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SVIZZERANiente CPI per la vicenda Crypto

13.11.20 - 19:18
Secondo l'Ufficio del Consiglio nazionale, una CPI non darebbe alcun plusvalore sul piano politico
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
Niente CPI per la vicenda Crypto
Secondo l'Ufficio del Consiglio nazionale, una CPI non darebbe alcun plusvalore sul piano politico

BERNA - L'Ufficio del Consiglio nazionale ha respinto con 8 voti contro 5 due iniziative parlamentari del PS e dei Verdi che chiedono l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) sul caso Crypto, società finita nella bufera dopo che si è scoperto che ha contribuito a spiare numerosi Paesi per decenni.

Secondo l'Ufficio, una CPI non darebbe alcun plusvalore sul piano politico rispetto al rapporto della Delegazione delle Commissioni della gestione (DelCG) pubblicato martedì. Questo documento risponde già agli interrogativi sollevati dai due atti parlamentari.

La DelCG ha lavorato in modo rapido ed efficace ed ha avuto a disposizione tutte le informazioni necessarie, sostiene l'Ufficio. Il Consiglio federale deve ora trarre le dovute conclusioni da questa vicenda e mettere in atto i mezzi per migliorare la gestione e la sorveglianza delle attività di intelligence.

Il caso Crypto - Il caso è scoppiato a inizio anno quando una indagine giornalistica della televisione svizzero tedesca SRF, della tv germanica ZDF e del quotidiano americano Washington Post ha svelato che la Crypto sarebbe stata acquistata nel 1970 da CIA e servizi segreti tedeschi (BND) attraverso una fondazione in Liechtenstein. In seguito a tali rivelazioni, la DelCG aveva deciso di avviare una indagine.

CIA e BND avrebbero per decenni intercettato migliaia di documenti da più di 100 Paesi utilizzando macchine crittografiche della società Crypto. A quanto risulta diversi governi si sono affidati alla società di Zugo per criptare le loro comunicazioni, ignorando che la società era di proprietà della CIA e del BND e che questi ne manipolavano la tecnologia per decodificarne le informazioni.

In tal modo gli 007 hanno potuto avere accesso ai messaggi cifrati che, tramite gli apparecchi prodotti dall'azienda, venivano scambiati fra le autorità di vari Paesi. Si parla di centinaia di migliaia di comunicazioni fra organi governativi, ambasciate e unità militari. La collaborazione con i servizi segreti, per l'azienda leader del settore, sarebbe stata anche anteriore agli anni '70. Sempre secondo le ricerche, BND ha lasciato l'operazione nel 1993, ma gli Stati Uniti hanno proseguito almeno sino al 2018.

007 svizzeri al corrente dal 1993 - Secondo il rapporto della DelCG, i servizi segreti svizzeri sapevano fin dal 1993 che dietro la controversa azienda Crypto vi fossero la CIA e il corrispettivo tedesco BND. Il Consiglio federale era però all'oscuro di tutto. Malgrado ciò vi è una corresponsabilità politica delle autorità svizzere per le attività dell'impresa. Per questo motivo, la Delegazione delle Commissioni della gestione ha formulato una serie di raccomandazioni.

Nel documento la delegazione definisce inoltre verosimile il fatto che in un periodo successivo al 1993 "vi sia stata una collaborazione in materia di attività informative" tra il Servizio informazioni strategico (SIS), l'organizzazione da cui è nato l'attuale il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), e questi servizi d'informazione esteri.

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