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SVIZZERA«Perché uscire sui giornali prima delle nostre comunicazioni?»

05.11.20 - 13:15
Viola Amherd critica le anticipazioni prive di fondamento. «Ci vuole rapidità di reazione ma giornalismo di qualità»
Keystone
Fonte ats
«Perché uscire sui giornali prima delle nostre comunicazioni?»
Viola Amherd critica le anticipazioni prive di fondamento. «Ci vuole rapidità di reazione ma giornalismo di qualità»

ZURIGO - La consigliera federale Viola Amherd ha criticato le anticipazioni di stampa sulle decisioni del Consiglio federale. «Seriamente, mi chiedo quale valore aggiunto portano per la popolazione», ha detto nel discorso pronunciato al "Swiss Media Forum".

A volte è comodo leggere «quello che decideremo», ha detto Amherd chiedendosi però se questo abbia davvero un interesse per i lettori o se si tratta solo di essere il primo mezzo a pubblicare informazioni riservate e generare visualizzazioni.

La ministra è consapevole del fatto che gli editori si trovano ad affrontare grandi sfide in questo momento. A suo avviso però, «la velocità e la quantità non devono andare a scapito della qualità. Il settore dei media deve riuscire a conciliare la rapidità di reazione con il giornalismo di qualità».

Amherd ha anche espresso alcune riserve sull'intelligenza artificiale che dovrebbe facilitare i giornalisti nel loro lavoro. «I sistemi di intelligenza artificiale non possono assumersi la responsabilità», ha continuato la ministra della Difesa stando al testo del discorso. Saranno sempre persone a classificare e valutare le notizie e a rispondere dell'articolo pubblicato. Assumersi la responsabilità e mettersi costantemente in discussione è importante per i politici tanto quanto lo è per i professionisti dei media, ha aggiunto.

L'obiettivo deve essere quello di informare in modo trasparente e competente. Per raggiungerlo, professionisti dei media e autorità politiche dipendono l'uno dall'altro.

La consigliera federale ha poi concluso discostandosi comunque dalle parole che pronunciò Agatha Christie: «Non mi sono mai piaciuti i giornalisti. Li ho lasciati morire tutti nei miei libri».

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