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SVIZZERAGli effetti del Covid: non si usa più il corrimano delle scale

20.10.20 - 10:42
A sostenerlo è l'Ufficio prevenzione infortuni alla luce del sondaggio che svolge annualmente.
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Gli effetti del Covid: non si usa più il corrimano delle scale
A sostenerlo è l'Ufficio prevenzione infortuni alla luce del sondaggio che svolge annualmente.
La percentuale di chi dice di non usarlo è più che raddoppiata rispetto a due anni fa.

BERNA - Ogni anno in Svizzera più di 1'600 persone muoiono a seguito di una caduta. Una parte di questi infortuni avviene sulle scale. Ecco perché è importante usare il corrimano o la ringhiera. Dalla rilevazione UPI 2020 emerge che il 28% degli interpellati non lo fa mai. La percentuale è più che raddoppiata rispetto al sondaggio 2018 e va interpretata come una reazione alla pandemia di Covid-19: molte persone ritengono che il corrimano presenti un ampio rischio di diffusione del virus. 

Una caduta dalle scale può però avere conseguenze devastanti per una persona anziana, mette in guardia l'UPI: lunghe degenze in ospedale o perdita della propria autonomia. Nonostante la ripresa della pandemia, l’UPI raccomanda di usare sempre il corrimano sulle scale, visto che lavandosi le mani e disinfettando regolarmente le superfici si riduce il rischio di contagio. 

Luce di notte - Dalla rilevazione dell’UPI emerge inoltre che il rischio di infortunio a casa è accentuato da una scarsa illuminazione. Accendere la luce è importante, sempre, anche quando ci si alza di notte. Eppure molte persone non lo fanno: il 55% degli interpellati afferma di non accedere mai o raramente la luce quando si alza di notte. Tra le persone con più di 75 anni si tratta però solo di una su tre.

Meno alcol nello sport - La nuova rilevazione mostra anche l'evoluzione del consumo di alcol nello sport. Stando a quanto indicato dagli stessi interpellati, il consumo maggiore si osserva negli sport sulla neve. Il 39% degli sciatori e il 36% degli snowboarder dichiara di consumare alcol almeno occasionalmente quando scia. Entrambi i dati sono inferiori a quelli del 2017. Il consumo di alcol è in calo anche tra gli escursionisti (26% degli interpellati), i calciatori (16%) e i nuotatori (14%).

Automobilisti temerari - La rilevazione dell’UPI fornisce informazioni anche sul traffico. Se il 61% degli interpellati si aspetta di incappare in un controllo della velocità (oltre ai radar fissi) almeno occasionalmente, solo il 30% teme un controllo dell’alcolemia. La percentuale più bassa si registra nella Svizzera tedesca. L’aspettativa di un controllo è un fattore importante ai fini della prevenzione degli incidenti stradali. Per l'UPI bisognerebbe quindi intensificare gli sforzi affinché questi dati aumentino.

Dal 1995 l’UPI conduce una rilevazione ogni anno. Tra marzo e giugno sono state interpellate online o per telefono 3865 persone domiciliate in Svizzera: la metà su temi riguardanti la circolazione stradale, l’altra su temi dello sport e del tempo libero.

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