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SVIZZERA«Gli standard sulla verdura dei supermercati sono irrealistici»

08.12.19 - 15:57
Lo sfogo di un coltivatore Bio che deve buttare metà delle sue patate perché “troppo grandi”, lui: «Nessuno si lamenta: hanno paura»
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«Gli standard sulla verdura dei supermercati sono irrealistici»
Lo sfogo di un coltivatore Bio che deve buttare metà delle sue patate perché “troppo grandi”, lui: «Nessuno si lamenta: hanno paura»

ZURIGO - Patate troppo grandi, o dalle forme irregolari (tipo a cuore), mele perfette ma con la buccia un po' più rugosa del normale. Niente di strano perché, si sa, la natura è bella perché è varia, soprattutto se si coltiva Bio.

Non sono della stessa opinione però i grossisti e i dettaglianti dai quali, come riportato oggi dalla SonntagsBlick, la frutta e verdura non perfetta non viene nemmeno presa in considerazione.

Per chi la produce restano poche alternative: provare a rivenderla a livello locale, riciclarla in mangime per animali oppure buttarla, lasciandola nei campi. Non è una novità ma, come riporta il domenicale, spesso e volentieri gli agricoltori non parlano per non rischiare di venire "tagliati fuori".

Non ne può proprio più, però, il coltivatore bio Stefan Krähenbühl (41 anni) che ha deciso di sfogarsi: «Si tratta di standard assurdi... Penso alle mie patate dolci, i grossisti me ne hanno prese solo la metà perché erano troppo grandi... Il resto poi lo faranno arrivare dall'estero... È un sistema da ripensare, ma nulla cambierà mai se tutti tacciono, dobbiamo far sentire la nostra voce».

Dal canto loro i dettaglianti si difendono sostenendo che gli «standard sono definiti in maniera congiunta con i produttori» e che «non vi sono requisiti unilaterali» per quello che finirà sugli scaffali. Inoltre, sia Migros che Coop, mettono in vendita verdura e frutta dalle forme "non convenzionali" nelle gamme M-Budget e Ünique.

L'Unione svizzera dei contadini accoglie favorevolmente lo sforzo dei supermercati ma sostiene: «Si può fare molto di più», commenta la responsabile del Dipartimento, produzione, mercato ed ecologia Fabienne Thomas, «si tratta di prodotti spesso nascosti e difficili da trovare, le carote e le patate "storte" - per esempio -  vengono un po' nascoste».

«Se i dettaglianti trattassero le loro politiche di vendita con serietà dovrebbero darci più risalto. Oggi come oggi, quello che fanno, è quello di dare ai consumatori un'immagine di frutta e verdura perfette, quando in natura questo standard semplicemente non esiste», conclude.

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COMMENTI
 

Shion 4 anni fa su tio
Profitto profitto profitto e avidità.

anndo76 4 anni fa su tio
scusate ma se si tratta di BIO, quali standard devono seguire ?? o e' una bufala o di BIO non vendono nulla ( supermercati per primi )

miba 4 anni fa su tio
Concordo con chi propone un sito internet. Comunque è una vergogna, malgrado tutto siamo proprio il paese della cuccagna, del Bengodi e degli sprechi

ugobos 4 anni fa su tio
aprite un sito internet e racogliete le ordinazioni. Nel piano di magadino un azienda l ha fatto e vende tutto non gli rimane piu niente

koalaboss 4 anni fa su tio
@Alessandro Marra Cavolo hai pienamente ragione! Dovremmo promuovere i mercati da esporre dappertutto, non solo a Lugano in una via minuscola che se ci passi per sbaglio la noti

Bayron 4 anni fa su tio
Di principio non acquisto mai prodotti BIO

nessuno 4 anni fa su tio
sarà una norma UE.

sedelin 4 anni fa su tio
coop vende frutta e verdura "imperfette" a prezzo maggiorato rispetto a quelle "perfette": vergogna!
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