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BERNA La politica estera della Svizzera sarà «interconnessa, mirata e reattiva»

02.07.19 - 18:00
Sono queste in sintesi le piste di riflessione pubblicate oggi dal Dipartimento federale degli affari esteri
Keystone
La politica estera della Svizzera sarà «interconnessa, mirata e reattiva»
Sono queste in sintesi le piste di riflessione pubblicate oggi dal Dipartimento federale degli affari esteri

BERNA - In futuro, la politica estera della Svizzera sarà interconnessa, mirata e reattiva. Sarà vieppiù legata alla politica interna e collaborerà strettamente con l'economia elvetica. Sono queste in sintesi le piste di riflessione pubblicate oggi dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Elaborato da un gruppo di lavoro formato da responsabili del DFAE e dei cantoni, nonché da esperti del mondo scientifico, economico e della società civile, il rapporto sulla politica estera all'orizzonte 2028 è stato presentato oggi. Si tratta di 60 pagine, che non riflettono una strategia, bensì una "visione".

Il rapporto stabilisce un quadro per le due prossime legislature prendendo in considerazione le ipotesi più plausibili sull'evoluzione del mondo. Questa "visione" rappresenta la situazione alla quale aspira la Svizzera, spiega il capo del DFAE Ignazio Cassis nel preambolo del testo.

L'orizzonte scelto è di dieci anni affinché vi sia un arco di tempo sufficiente per fissare obiettivi concreti. Dal rapporto sulla politica estera del Consiglio federale nel 1993, che ha definito le nuove basi della diplomazia elvetica, sono statti fatti alcuni aggiustamenti. Ma, nell'insieme, nulla è cambiato anche se il mondo non è più lo stesso, scrive il ministro degli affari esteri.

Valori da mantenere - Per essere credibile e forte, la politica estera della Svizzera deve essere guidata da valori, rileva il gruppo di lavoro. Questi sono l'impegno per la democrazia e lo stato di diritto, il dialogo, la cultura del compromesso, i diritti umani e la parità nonché i principi umanitari.

La politica estera della Svizzera nel 2028 perseguirà priorità tematiche e regionali. Berna dovrà in particolare adottare una posizione coerente nei confronti delle grandi potenze, cooperando con gli Stati che condividono le sue visioni.

La Confederazione consoliderà la via bilaterale e parteciperà alla realizzazione dell'Europa come partner a tutti gli effetti, anche se non sarà un Paese membro dell'UE, aggiunge il rapporto. La Svizzera dovrà difendere la sua posizione laddove si prendono le decisioni più importanti. Stando al gruppo di lavoro, le questioni istituzionali saranno risolte.

Mediazione da modernizzare - Si tratterà inoltre di reagire rapidamente quando i buoni uffici della Svizzera sono sollecitati. Oltre alla Ginevra internazionale, altre sedi potranno accogliere negoziati in piena discrezione.

L'era della digitalizzazione aprirà la via ad altre strutture. L'ambito consolare potrà essere legato più strettamente ad altri settori della politica estera.

La Confederazione, Stato neutrale, avrà infine tutte le carte in mano per posizionarsi come polo di "governance" digitale, prevedono gli esperti. Anche in questo caso la Svizzera dovrà cooperare strettamente con tutti gli attori: scientifici, economici, organizzazioni multilaterali e ONG.

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