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SAN GALLOMinacce e bullismo alla figlia su Instagram, il padre offre una ricompensa

07.06.19 - 11:43
L’uomo vuole assolutamente trovare il responsabile e per farlo è disposto a mettere mano al portafoglio e a farsi aiutare dalla comunità di Internet
Minacce e bullismo alla figlia su Instagram, il padre offre una ricompensa
L’uomo vuole assolutamente trovare il responsabile e per farlo è disposto a mettere mano al portafoglio e a farsi aiutare dalla comunità di Internet

UZWIL - «Offro duemila franchi a chiunque mi aiuti a trovare prove concrete che potrebbero portare a un’accusa penale e a una condanna». A scrivere è Claudio Raschle, un padre di famiglia di Niederuzwil (SG), sul gruppo Facebook “Sei di Uzwil se…”.

Sua figlia, nel 2017, quando aveva 15 anni, è stata insultata e bullizzata su Instagram. Addirittura, ha ricevuto serie intimidazioni: «Se lo dici a tuo padre, distruggerò tutta la tua famiglia», e ancora «non mi fermerò finché non sarai morta» e «mangerò il tuo cane per cena». Questi sono solo alcuni dei commenti che figuravano sotto alle foto pubblicate sul popolare social network dalla ragazza. Il mittente: “lini_bini_bikini”.

A quel punto, due anni fa, l’uomo aveva deciso di tenere sua figlia a casa, non facendola più andare a scuola. Era spaventato da quello che sarebbe potuto accadere e il mobbing nei confronti della 15enne nell’ambiente scolastico non si placava. Ma era stato multato dall’istituto scolastico.

La polizia a quel punto aveva sequestrato e controllato gli apparecchi mobili dei compagni di classe, senza trovare un responsabile. Analizzando il profilo di “lini_bini_bikini” avevano anche ritracciato l’indirizzo IP, ma senza riuscire a identificare un vero responsabile delle minacce.

Negli scorsi giorni Claudio Raschle è stato condannato, ma per un altro episodio. Un giorno, fuori da scuola, la figlia gli aveva indicato una ragazza ferma al semaforo, dicendogli che si trattava di una sua compagna che la bullizzava. Quest’ultima lo aveva visto, gli aveva mostrato il dito medio e aveva tirato fuori la lingua, mentre lo filmava con il cellulare. L’uomo era sceso dall’auto e aveva chiesto spiegazioni all’adolescente, ma l’aveva fatto in maniera aggressiva ed era stato denunciato.

«Non capisco davvero come funzioni la giustizia - spiega rammaricato l’uomo al Wiler Nachrichten -. Io sono stato condannato perché cercavo chi faceva del male a mia figlia. Quelle cose l’hanno segnata per sempre. Ora soffre di problemi psicologici».

Claudio Raschle, nonostante la condanna al versamento di 30 aliquote giornaliere da 160 franchi, sospesa per due anni, non si ferma: «Offro 2’000 franchi a chi ha informazioni sulla persona che si nascondeva dietro a quel profilo».

La polizia, dal canto suo, critica il metodo delle “investigazioni personali”, considerando tra l’altro inaffidabili o comunque poco accurate le informazioni che si possono ottenere sui social network. «Non m’importa - conclude l’uomo -. Voglio giustizia per mia figlia».

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COMMENTI
 

Zarco 4 anni fa su tio
Bravissimo! Tanto la giustizia dorme ...

Derrick 4 anni fa su tio
Bravo papà !!! La polizia invece di aiutare la famiglia in difficoltà , condanna il padre .... CHE VERGOGNA !!!

Equalizer 4 anni fa su tio
Le frasi tipo: mangerò il tuo cane per cena, sono tipiche di una ben definita zona europea....

Um999 4 anni fa su tio
Ha fatto bene il padre

Maxy70 4 anni fa su tio
Farsi giustizia sommaria, ovviamente, non é la via giusta. Ci sono le istituzioni. Anche le famiglie, però, dovrebbero assumersi le loro responsabilità. Invece si mette in mano ai figli lo smartphone, almeno sono occupati, non si deve dialogare, non si deve gestirli (ergo: si possono fare i c***i propri) e poi queste sono le conseguenze.

Zarco 4 anni fa su tio
Risposta a Maxy70
Le istituzioni? Per condanne ridicole ...suvvia

Norma Jean 4 anni fa su tio
Il problema qui non è come bloccare l’utente Lini_Bini e vattelappesca di sta ceppa, il problema è ricevere minacce verbali che possono tramutarsi in atti violenti a scuola, in strada o in un qualsiasi altro luogo della città. La paura della ragazza e la rabbia del povero padre è completamente giustificata: secondo me le pene del sistema giudiziario svizzero dovrebbero essere riviste in rapporto all’età del colpevole. È troppo facile dire ‘minorenni’ quando gli atti commessi da costoro sono ben lungi dall’essere perpetrati di minori. Se sei capace di simili atti (intesi come violenti fino all’omicidio) allora dovrai essere pronto a pagarne le conseguenze severe.

flowerking 4 anni fa su tio
Risposta a Norma Jean
Invece bloccare è un'ottima cosa e direi di farsi un altro account privato!

Brazz_Ciks 4 anni fa su tio
Come si blocca una persona su Instagram 1. Apri il profilo della persona che vuoi bloccare. 2. Premi sull'icona con tre punti in alto a destra. 3. Seleziona la voce Blocca. 4. Premi sul pulsante Si, conferma. 5. Hai bloccato l'utente.
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