Un’indagine di Dipendenze Svizzera, su incarico dell’Ufsp, mostra per la prima volta i dati relativi all’utilizzo delle sigarette elettroniche da parte dei giovani. I numeri sono «preoccupanti»
LOSANNA - Lo studio è stato messo a punto su un campione di undicimila giovani - in particolare sui quindicenni - provenienti dall’intero territorio elvetico.
Oltre la metà dei ragazzi (il 51%) ha affermato di avere provato, nel corso del 2018, almeno una volta una sigaretta elettronica, mentre tra le ragazze la percentuale si colloca al 35%. Inoltre, il 21% dei quindicenni e il 13% delle loro coetanee hanno dichiarato di avere “svapato” almeno una volta nei trenta giorni precedenti l’inchiesta. Principalmente, «per curiosità», ma spesso anche «perché mi piace».
Un consumo, quindi, nettamente superiore a quello delle sigarette tradizionali: l’anno scorso, difatti, a fumare le cosiddette “bionde” soltanto il 10% dei quindicenni elvetici e l’8% delle quindicenni (contro, rispettivamente, il 12% e il 9% del 2014).
Dati allarmanti, in grado di mostrare - secondo Dipendenze Svizzera - l’apertura dei giovani verso i nuovi prodotti contenenti nicotina. «Tutto questo è preoccupante», afferma la fondazione. «I giovani di questa età non dovrebbero fumare né tabacco, né sigarette elettroniche». E nel contempo la fondazione pone un interessante quesito: «Tali prodotti, che oggi come oggi vengono venduti senza limiti di età e, per di più, con gusti diversi e con apparecchi “alla moda”, favoriscono lo sviluppo di una nuova generazione dipendente dalla nicotina?».
«La tutela dei minori è indispensabile, soprattutto perché non vige un limite di età sulla vendita di questi prodotti e nemmeno vengono applicate restrizioni a livello promozionale», spiega Grégoire Vittoz, direttore di Dipendenze Svizzera.
Ad avere già provveduto in questi termini, ad esempio, è la catena di chioschi Valora, che già da qualche tempo non vende questo tipo di prodotti a giovani di un’età inferiore ai diciotto anni.