Il timore di vedere proprie immagine in atteggiamenti intimi sul web spinge molti giovani a cadere nella truffa. In Ticino da inizio anno già 30 segnalazioni e due denunce
BERNA/LUGANO- Il fenomeno della «sextortion» sta scatenando il caos. Solamente nel secondo semestre del 2018 è riuscito ad estorcere 360’000 franchi e ora, a inizio 2019, un solo abile truffatore è stato in grado di racimolare un bottino di 40’000 franchi in soli cinque giorni, ha sottolineato il Centro di registrazione e analisi per la sicurezza delle informazioni Melani. La rapida evoluzione del fenomeno ha fatto scattare un campanello d’allarme.
La truffa è semplice: si fa credere alla vittima di avergli appena hackerato la webcam e la si informa dell’esistenza di un suo filmato nell’atto di consumare materiale pornografico. A questo punto si minaccia il malcapitato di condividere il video con tutti i suoi contatti, a meno che una data somma non venga pagata - solitamente in franchi o in Bitcoin - entro un certo tempo. Per rendere più credibile la mail, spesso viene allegata una vecchia password della vittima proveniente da una fuga di dati. Anche i numeri di cellulare sono strumenti per convincere il destinatario che il suo telefono è stato violato. E in un’ultima variante, la mail risulta essere stata spedita con l'indirizzo della vittima, quando in realtà l'indirizzo del mittente è falsificato.
Dallo scorso luglio, il numero di casi ha subito un’impennata. SANS, organizzazione di sicurezza britannica, ha recentemente twittato la scoperta di un portafoglio virtuale Bitcoin utilizzato nel contesto sextortion. Il saldo? 22 milioni rubati in tutto il mondo.
In Ticino - Sono in molti a cedere alla truffa: la vergogna prende il sopravvento e la somma viene pagata (nella maggior parte dei casi è piuttosto bassa). Ma non segnalare questi casi e pagare equivale a incoraggiare queste truffe. Anche in Ticino c'è stata una recrudescenza del fenomeno. Nel nostro cantone ci sono state 30 segnalazione e 2 denunce dal primo gennaio ad oggi, ma fortunatamente nessuno di questi - precisa la polizia cantonale - ha pagato.
Le autorità forniscono informazioni utili su come comportarsi in caso di sextortion sul sito stop-sextortion.ch.
I consigli della polizia