La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) non è entrata in materia sul ricorso di una coppia: la loro sfera privata non è stata violata
LOSANNA - La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) non è entrata in materia sul ricorso di una coppia che in Svizzera era stata sorvegliata da un detective incaricato da un assicuratore. I giudici di Strasburgo hanno valutato che la sfera privata non è stata violata.
Il marito era rimasto ferito nel 2001 in un incidente stradale. Quale passeggero, aveva avviato azioni di risarcimento dei danni subiti contro i conducenti dei veicoli coinvolti, per un totale di 1,8 milioni di franchi.
L'assicurazione ha quindi assoldato un detective per verificare i danni causati. Nel 2006, le attività dell'uomo sono state fotografate e filmate per quattro giorni in luoghi pubblici. È stato così constato che era in grado di alzare pesi, fare la spesa, passare l'aspirapolvere e lavare l'auto. La moglie appariva in alcune scene ma era difficilmente identificabile.
La coppia nel 2007 ha fatto ricorso per azione illecita contro la personalità, ma il Tribunale federale ha respinto la richiesta. Nella decisione pubblicata oggi, la CEDU ha dichiarato infondato il ricorso. La sorveglianza è stata infatti effettuata per preservare l'interesse dell'assicuratore ed è avvenuta in luoghi pubblici.
Le informazioni sulla moglie, raccolte per caso e senza legami con l'inchiesta, sono inoltre lontane dal poter essere considerate una sorveglianza sistematica. La CEDU ha quindi concluso che non vi sono state ingerenze nella vita privata della donna.