È quanto auspicato dal presidente dell'associazione svizzero-tedesca dei docenti Beat Zemp: «Così i conflitti potrebbero essere risolti più rapidamente e non andrebbero a pesare sui docenti»
BERNA - Il presidente dell'associazione svizzerotedesca dei docenti LCH Beat Zemp preconizza l'istituzione di centri di mediazione cantonali indipendenti, cui possano rivolgersi i genitori scontenti dell'operato degli insegnanti. I conflitti potrebbero così essere risolti più rapidamente, afferma Zemp in una intervista al giornale "Schweiz am Wochenende" pubblicata oggi.
I genitori contestano attualmente le decisioni dei docenti con molta più frequenza rispetto a dieci anni fa, constata Zemp: «Se qualcosa non gli va, reclamano».
Molte lamentele riguardano decisioni relative all'accesso al liceo, ma ci sono anche reclami per singole verifiche o partecipazioni a campi scolastici o corsi di nuoto.
Per le scuole, l'aumento delle lagnanze si traduce in un aumento degli oneri amministrativi, spiega Zemp. I docenti devono oggi documentare in modo molto più preciso il livello di prestazione di ciascun allievo: «Una verifica non è più semplicemente corretta e restituita, il professore deve fotocopiarla e conservarla».
La pressione è particolarmente forte per i giovani insegnanti, le cui decisioni sono spesso «messe in dubbio o non accettate da genitori ipercritici, anche quando sono del tutto giustificate», afferma il 63enne. Molti di loro - aggiunge - non riescono a chiudere occhio nella notte che precede la prima riunione con i genitori.
Zemp caldeggia l'idea di un modulo obbligatorio "Colloquio con i genitori" nell'ambito della formazione pedagogica dei docenti, al fine di prepararli ancora meglio di quanto già si faccia ora alla discussione con gli agguerriti papà e mamme degli allievi.