L’ex consigliera di Stato zurighese Rita Fuhrer, che gestisce la fondazione legata alla Ju-Air, spiega cosa accadrà dopo la tragedia aerea
ZURIGO - Signora Fuhrer, cose le è passato per la testa, quando ha saputo dell’incidente aereo?
«Ero scioccata. Il CEO di Ju-Air Kurt Waldmeier mi ha immediatamente informata, anche sulla mancanza di superstiti. Una notizia di questo genere è incredibilmente dolorosa. Con il pensiero sono vicina ai parenti delle vittime. Nella famiglia di Ju-Air siamo tutti scossi. E anche per gli appassionati della “Zia Ju” quella di sabato è stata una giornata nera».
Per lei che significato ha la “Zia Ju”?
«In qualità di presidente della Fondazione che gestisce il Museo del materiale storico dell’aviazione militare, sono spesso in viaggio con la “Zia Ju”. E spesso parlo con meccanici e piloti, che hanno sempre avuto un’enorme fiducia nello Ju-52 . A bordo mi sono sempre sentita al sicuro: si tratta di un aereo stabile, collaudato e sicuro. Non riesco ancora a credere che ora si sia verificato un incidente del genere. L’episodio ci rende consapevoli che dobbiamo sempre fare i conti con un rischio».
Lo scorso anno lei stessa era rimasta coinvolta in un piccolo incidente con un velivolo d’epoca. Cosa si prova?
«I due episodi non si possono paragonare. Io mi trovavo a bordo di un piccolo aereo che aveva effettuato un brusco atterraggio sulla fusoliera. Non avevo riportato ferite, c’era solo lo spavento. Un episodio del genere non si può di certo mettere a confronto con una tragedia».
Dopo questa tragedia lo Ju-52 tornerà mai a volare?
«Non lo sappiamo ancora. Dipende da quanto emergerà dall’inchiesta. La Ju-Air è in costante contatto con l’Ufficio federale dell’aviazione civile. Quest’ultimo ha inoltre più volte rilasciato il permesso di volare per lo Ju-52. Ma sappiamo che il velivolo non potrà continuare a volare per sempre. Pur non riuscendo a immaginare che l’incidente abbia a che fare con l’aereo stesso, accetteremo la decisione delle autorità: se l’Ufficio dell’aviazione civile dirà “no”, la “Zia Ju” non volerà mai più».
Ora come procedete?
«Finora la Ju-Air si è occupata, con il sostegno della polizia, di informare e fornire assistenza ai parenti delle vittime. Adesso elaboreremo la tragedia con i collaboratori: parleremo dell’accaduto e assieme cercheremo di superarla. Ci rivolgeremo anche ai molti appassionati, gli oltre settemila membri della Ju-Air. Il futuro delle operazioni di volo dipende invece dall’inchiesta».