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BERNAParadisi fiscali, la Svizzera a sorpresa nella "lista grigia"

10.12.17 - 14:37
L'iscrizione all'elenco è dovuta al Liechtenstein, che ha chiesto parità di trattamento con i Paesi simili
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Paradisi fiscali, la Svizzera a sorpresa nella "lista grigia"
L'iscrizione all'elenco è dovuta al Liechtenstein, che ha chiesto parità di trattamento con i Paesi simili

BERNA - La Svizzera è stata inserita nella "lista grigia" dell'UE all'ultimo momento a seguito di un intervento del Liechtenstein. L'iscrizione nell'elenco dei Paesi da tenere sotto osservazione per assicurarsi che cambino la loro legislazione fiscale ha comunque un impatto "irrilevante" sulla piazza finanziaria elvetica, secondo il consigliere federale Ueli Maurer. Di tutt'altro parere Johann Schneider-Ammann che si è detto irritato dalla decisione di Bruxelles.

La Confederazione non figurava nella lista fino al giorno prima dell'annuncio di Bruxelles, secondo le informazioni raccolte dalla NNZ am Sonntag e confermate dal Dipartimento federale delle finanze. Nell'elenco delle nazioni "sotto sorveglianza" era invece citato il Principato. I diplomatici di Vaduz sono quindi intervenuti presso l'UE per chiedere una parità di trattamento con Paesi simili e - a sorpresa - nella lista grigia resa nota martedì è stata inserita anche la Confederazione. L'ambasciatrice del Principato a Berna, convocata dal ministro delle finanze Ueli Maurer, deplora che entrambi i Paesi figurino nell'elenco e nega un intervento in tal senso da parte del Principato.

Maurer, in un'intervista pubblicata dai domenicali Zentralschweiz am Sonntag e Ostschweiz am Sonntag, afferma che l'iscrizione della Svizzera nella lista grigia è "irrilevante". Non vi è nessuna ragione di includere la Confederazione in questa Watch List, comunque non ci sono segnali che la piazza finanziaria elvetica sia maggiormente sotto pressione o subisca effetti negativi per questa ragione, ha aggiunto. Per molte società estere la Svizzera rimane un luogo ideale in cui operare grazie alla stabilità, alla sicurezza e all'affidabilità che la contraddistinguono, afferma il responsabile delle finanze.

Secondo Johann Schneider-Ammann invece l'Unione europea ha voluto «richiamare ai suoi doveri» la Confederazione, dopo la bocciatura della Riforma III delle imprese che prevedeva, fra le altre cose, di abolire gli statuti fiscali speciali. Interrogato nel corso della trasmissione "Samstagsrundschau" della SRF, il ministro dell'economia si è dichiarato "irritato" da questa decisione, a suo avviso non necessaria.

La "lista nera" - Nella "lista nera" dei paradisi fiscali Bruxelles ha inserito 17 nazioni: Samoa e Samoa americane, Bahrain, Barbados, Grenada, Guam, Corea del Sud, Macao, isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Santa Lucia, Trinidad e Tobago, Tunisia, Emirati Arabi. Sono i Paesi che non hanno manifestato alcun "pentimento", ha dichiarato martedì il commissario agli affari economici Pierre Moscovici. Per loro, scatteranno per ora le "sanzioni amministrative" decise dai ministri dell'economia dell'UE (Ecofin): gli Stati membri potranno cioè decidere di aumentare il monitoraggio, fissare ritenute d'acconto, e nessun fondo europeo potrà essere utilizzato da società che hanno sede in quei Paesi.

Altre 47 nazioni, che si sono invece impegnate a modificare la loro legislazione fiscale, sono invece state inserite nella "lista grigia" dei Paesi da tenere sotto osservazione per assicurarsi che facciano quanto promesso.

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