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GINEVRAUnia denuncia gli abusi tramite lavoro interinale

03.12.17 - 15:59
«Queste persone non beneficiano delle stesse protezioni rispetto ai colleghi fissi», indica Pelizzari in un'intervista
Keystone
Unia denuncia gli abusi tramite lavoro interinale
«Queste persone non beneficiano delle stesse protezioni rispetto ai colleghi fissi», indica Pelizzari in un'intervista

GINEVRA - Il contratto collettivo di lavoro (CCL) nel settore dell'edilizia è «relativamente buono», in particolare per quanto riguarda il pensionamento anticipato a 60 anni. Lo afferma il segretario regionale ginevrino di UNIA, Alessandro Pelizzari, criticando tuttavia alcuni datori di lavoro che cercano di aggirare la regolamentazione facendo «prova di creatività senza pari».

«Attualmente su certi cantieri la quota di lavoratori interinali supera il 50 o il 60%. Queste persone non beneficiano delle stesse protezioni rispetto ai colleghi fissi», indica Pelizzari in un'intervista sul "Matin Dimanche". Inoltre alcuni datori di lavoro licenziano i dipendenti di oltre 50 anni per assumerli successivamente come "temporanei" a salari più bassi. «Di per sé non è illegale, ma è scandaloso», aggiunge il segretario.

Lo stesso fenomeno si osserva anche nel settore industriale. Il sindacato sta cercando attualmente di «negoziare con alcune grandi aziende con sede a Ginevra normative che limitino il ricorso a lavoratori interinali. Questa tendenza alla precarietà sta progredendo ovunque, anche nel settore sanitario», rileva Pelizzari.

Il segretario, attivo presso Unia dal 2006 e specialista nell'ambito della precarizzazione nel mondo del lavoro, ritiene che in Svizzera la situazione sia peggiore anche rispetto ai paesi del Nord Europa, che hanno costruito la loro crescita su impieghi precari per contrastare un diritto del lavoro estremamente protettivo. «Abbiamo la particolarità di vedere un'esplosione del lavoro temporaneo, anche se la protezione legale in materia di salari o licenziamenti è molto, molto debole», ribadisce Pelizzari.

In merito al piano annunciato attorno alla metà di novembre dal gruppo zurighese di elettrotecnica ABB, che prevede la delocalizzazione della quasi totalità della produzione di ABB Sécheron verso la Polonia, il segretario regionale Unia rileva che si tratta «di un caso di studio sulla violenza dei rapporti sociali in questo paese».

La misura annunciata dal gigante zurighese potrebbe causare la perdita di 100 impieghi fissi e 43 interinali sulle oltre 200 persone che lavorano nel sito di Meyrin (GE). Questo annuncio «in un'azienda che produce utili è di una brutalità senza precedenti», accusa Pelizzari, secondo cui «la difesa degli interessi dei lavoratori si scontra quotidianamente con un quadro istituzionale che non è favorevole per loro».

Il sindacato ha dovuto inoltre lottare nei confronti di ABB per far ammettere il ruolo di rappresentante degli impiegati, il diritto di essere presente all'interno dell'azienda e di essere accettato al tavolo delle negoziazioni. «Al momento le trattative sono in corso alla presenza del sindacato e vedremo entro la fine dell'anno se le richieste dei lavoratori sono state ascoltate», conclude Pelizzari.

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