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BERNAIstituzione nazionale per i diritti umani, conclusa la consultazione

31.10.17 - 17:41
Istituzione nazionale per i diritti umani, conclusa la consultazione

BERNA - Il progetto di creare un'istituzione nazionale per i diritti umani in Svizzera, posto in consultazione fino ad oggi, ha suscitato poca soddisfazione da parte di PLR e UDC e critiche da parte delle ONG riguardo a indipendenza e finanziamenti.

Secondo il Consiglio federale un'istituzione nazionale per i diritti umani (INDU) è necessaria per affrontare la complessità crescente delle questioni in materia e per rilevare e reagire prontamente di fronte agli sviluppi problematici.

Attualmente solo le discriminazioni razziali, etiche e religiose sono prese in considerazione, mentre i gruppi vulnerabili mancano ancora di protezione, nota l'esecutivo. Una INDU - a cui potranno rivolgersi autorità, organizzazioni della società civile e imprese - apporterebbe un'analisi scientifica e indipendente dei problemi esistenti in Svizzera.

In base al progetto governativo, l'INDU dovrebbe essere un centro con sede presso una o diverse università e altre istituzioni simili. La Confederazione fornirebbe una sovvenzione di un milione di franchi, conformemente alla legge sui sussidi. In tal modo l'INDU può esprimersi in modo indipendente sui temi attinenti al suo mandato e reagire ai bisogni in materia di protezione e di promozione dei diritti umani in Svizzera. Le università devono fornire l'infrastruttura necessaria a garantire la continuità dell'istituzione.

Finora questo compito era assicurato dal Centro svizzero di competenza per i diritti umani (CSDU), istituito grazie a un progetto pilota avviato nel 2011 tra le università di Berna, Friburgo, Ginevra, Neuchâtel e Zurigo.

I partiti borghesi di governo dubitano del valore aggiunto della nuova istituzione. "La tutela dei diritti umani dipende dallo Stato di diritto e non da un'istituzione", afferma il PLR. E anche l'UDC considera il progetto inutile: oltre ai tribunali c'è già un numero sufficiente di associazioni che operano nel settore dei diritti fondamentali. È poi ingenuo credere che un'istituzione finanziata dallo Stato possa mettere in questione le decisioni dello stesso Stato.

Il PS si schiera invece dalla parte del Consiglio federale: anche a suo parere in Svizzera manca una struttura dove le questioni che riguardano i diritti umani siano elaborate con una visione globale. Il partito chiede poi che l'indipendenza e il ruolo particolare dell'INDU siano garantiti per legge.

Dal canto suo, il PPD si esprime in maniera un po' incoerente: da un lato in una nota afferma di condividere "di principio" i piani dell'esecutivo federale, dall'altro si chiede se l'istituzione porti concretamente qualcosa in più a garanzia dei diritti umani in Svizzera. Secondo il partito democristiano il mandato e l'ambito di attività dell'INDU sono chiaramente definiti.

Anche le organizzazioni di tutela dei diritti umani sono sulla stesso lunghezza d'onda riguardo la necessità della nuova istituzione e delle sua indipendenza. L'impegno pubblico a favore per i diritti fondamentali è sempre compatibile con la libertà e l'etica della ricerca accademica, afferma humanrights.ch.

Le sezioni svizzere di Humanrights e Amnesty International criticano inoltre la mancanza di finanziamento. Il milione previsto dalla Confederazione è considerato "ridicolo" nel confronto con altri stati europei. Ad esempio, l'Austria dedica 6,5 milioni di euro all'anno alle istituzioni che lavorano nell'ambito della tutela dei diritti umani. La Svizzera dovrebbe per lo meno fornire mezzi sufficienti affinché l'INDU sia efficace e indipendente.
 
 

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