Dopo aver lottato contro l'alluvione per 48 ore si è presentato al lavoro ed è stato licenziato, l'azienda: «altri motivi», i pompieri: «Sempre meno tolleranza»
AARAU - Dopo un fine settimana passato a combattere il maltempo con i pompieri si presenta al lavoro stanco morto, e lo licenziano. È successo, stando a radio Argovia, a un uomo impegnato per 48 ore assieme a 60 commilitoni lo scorso 8-9 luglio in zona Zofingen (AG), fortemente alluvionata.
Secondo l'azienda i motivi erano altri - «Al rientro sul lavoro è stato licenziato dal suo datore di lavoro, era molto arrabbiato», spiega il comandante dei Pompieri dello Uerkental a 20 Minuten, «l'ho chiamato personalmente, ma non c'è stato niente da fare. È una cosa triste e vergognosa». Secondo l'azienda, contattata dall'emittente radiofonica, le motivazioni alla base della fine del rapporto di lavoro sarebbero altre e diverse.
«Anche il datore ha i suoi diritti» - Per Fredy Greuter, portavoce dell'Unione Padronale svizzera, ogni dipendente può fare quello che vuole del suo tempo libero, «ma il datore ha il diritto di aspettarsi che sia riposato ed efficiente», questo vale anche per i lavori di pubblica utilità come i soccorritori volontari o i pompieri.
«Caso limite, ma tendenza diffusa» - Secondo Urs Bächtold, direttore della Federazione svizzera dei pompieri si tratta «di un caso limite ed eccessivo» ma esemplare di una tendenza diffusa. Infatti, «l'attività volontaria nel corpo dei pompieri è sempre meno tollerata dai datori di lavoro». Ci sarebbe, insomma, «sempre meno comprensione». Se la situazione sul posto di lavoro è particolarmente tesa, quindi, «può avere senso rinunciare a rispondere alla chiamata».