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Leclerc sospira: «A Monza servirà un miracolo» «La Ferrari di Binotto è come la Juve di Arrivabene»
Critiche e nubi: il presente della Ferrari è tutt’altro che felice.
ZANDVOORT - C’è il partito del “non è possibile” e quello del “si è fatto il massimo”. Gli esponenti di entrambi, dopo la recita della Ferrari nel Gran Premio d’Olanda, si sono mostrati in ogni caso delusi. I primi dall’ennesimo errore commesso ai box dagli uomini di rosso vestiti, i secondi dalla veloce perdita di competitività di una monoposto che fino a qualche settimana fa sembrava poter competere per vincere il Mondiale.
Al primo appartiene il giornalista Leo Turrini che, come molti colleghi, non ha risparmiato critiche al team di Maranello: «La Ferrari di Binotto è come la Juve di Arrivabene, per citare due ex amici - ha sentenziato - Per me c’è un grande potenziale inespresso. È inammissibile vedere una Ferrari, quella di Sainz, entrare ai box e scoprire che manca una gomma. Questo ha macchiato un weekend nel quale Leclerc ha fatto il suo dovere, centrando il seicentesimo podio della storia del Cavallino. Se non sei il più veloce in pista, se ti chiami Ferrari devi essere almeno il migliore nei pit-stop. Altrimenti come puoi pensare di vincere?».
Proprio il pilota monegasco fa invece parte del secondo "schieramento". «Forse a Zandvoort sarei potuto arrivare secondo, ma non avrei mai potuto battere Verstappen. Essere salito sul podio mi fa tornare il sorriso ma io corro per vincere. Per noi, ora che anche la Mercedes è cresciuta, sarà un finale di stagione difficile. A Monza, su un tracciato sfavorevole, servirà un miracolo. Cercheremo qualsiasi cosa per farlo».
