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MOTOGP«Si sentiva invincibile, ora fa bene a fermarsi. Tornerà quello di prima? Grande punto interrogativo»

01.06.22 - 12:00
Marc Marquez ha davanti a sé la quarta operazione, nuovo capitolo del suo calvario. La parola al pilota Roberto Rolfo.
Freshfocus/archivio
«Si sentiva invincibile, ora fa bene a fermarsi. Tornerà quello di prima? Grande punto interrogativo»
Marc Marquez ha davanti a sé la quarta operazione, nuovo capitolo del suo calvario. La parola al pilota Roberto Rolfo.
«Questo stop non mi sorprende, che la situazione fosse complicata si era capito molto bene. Ora deve rigenerarsi. Mondiale 2022 senza padrone? Gli errori pesano, la costanza farà la differenza».
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SCARPERIA - «Così non va, correre è un incubo e non mi diverto: dal primo infortunio tutto si è complicato e, nonostante l'ultima operazione abbia funzionato, dal mio rientro ho sentito sempre troppe limitazioni. Si vede che non riesco a guidare con il mio stile e come vorrei», con queste parole Marc Marquez, cupo in volto, ha annunciato la scorsa settimana un nuovo stop, una nuova operazione (la quarta) per darsi un’altra chance e tentare di risolvere i problemi al braccio destro. Insomma arrivederci al 2023, nella speranza che la pessima gestione del ferimento - con lo sciagurato rientro lampo a Jerez 4 giorni dopo il primo intervento nel luglio 2020 - non culmini realmente in un calvario irreversibile.

«Che la situazione fosse complicata si era capito bene - interviene Roberto Rolfo, pilota dall’importante trascorso nel Motomondiale e in Superbike, attualmente impegnato nel Mondiale Endurance - In piste più tecniche e impegnative, dove il fisico conta tanto, si vedevano tutte le sue difficoltà. Era troppo altalenante, per questo il suo stop non mi ha sorpreso. Un campione non va avanti per inerzia, ma vuole risultati ed è giusto che provi a ottenerli. Accumulare altra fatica e stress senza migliorare, non aveva più tanto senso».

Oltre ai problemi al braccio destro - che con gli sforzi, di conseguenza, ne procurava anche a quello sinistro -, si è poi aggiunta la recidiva della diplopia, ovvero la visione doppia tornata dopo la caduta a Mandalika.
«Personalmente veniva da chiedermi cosa gli desse più noia. Anche il fattore mentale può giocare la sua parte: ora fa bene a fermarsi per ritrovare anche lucidità, rigenerarsi e tornare in carreggiata. Quando si pensa troppo al fatto di non dover cadere per evitare danni - a braccio e vista, non guai di poco conto - ci si limita e si entra come in un circolo. Adesso, penso ben consigliato anche dalla Honda, si è arrivati a questa soluzione e credo sia giusto».

Per molti la strada è segnata. Il Cabroncito non tornerà più quello di prima, ovvero quel cannibale capace di vincere l’ottavo mondiale a soli 26 anni, arrivando a -1 da Rossi.
«Questo è un grande punto interrogativo. Ora ne ha 29 e può sicuramente tornare ad alti livelli, ma ci vorrà del tempo dopo un altro stop così lungo. Per me non è detta l’ultima parola. Non faccio fatica ad immaginarlo ancora competitivo e da podio mondiale, poi per il resto si vedrà. Certo rivincere subito un titolo non credo».

Nel suo calvario parecchia sfortuna, ma alla base anche qualche scelta affrettata.
«Tutto è partito da quel rientro forzato, dettato dalla voglia e dalla motivazione. All’epoca si sentiva invincibile ed è comprensibile visto come guidava quella Honda, rivelatasi poi tutt’altro che inarrivabile in mano ad altri. Certo anche l’azzardo medico era stato eccessivo. Parliamo di piloti che devono guidare dei bolidi a 360 km/h». 

Intanto, senza cannibali, il Mondiale 2022 non ha padrone. Bastianini ha vinto tre gare su otto, ma ha già accumulato anche troppi zero. In vetta c’è Quartararo, ma la Yamaha non sta certo dettando legge. Lì a sgomitare ci sono pure Bagnaia (due vittorie), Espargaró (più costante) e Zarco.
«Bastianini mi ha stupito per le potenzialità di guida, su una Ducati Team Gresini comunque equilibrata. Al Mugello, nel GP di casa, è però stato tradito dalla pressione e certi errori pesano. Per vincere un Mondiale, l'abbiamo già visto in passato con Mir, la differenza la fa proprio la costanza. Bagnaia? La Ducati ufficiale invece aveva voluto strafare e solo ora sta trovando la strada. Hanno iniziato a pasticciare meno e lo scorso weekend volava».

Su chi punteresti per il trono iridato?
«Aleix Espargaró con l’Aprilia mi ha sorpreso, ma resterei su una Ducati, sul duello Bagnaia-Bastianini. Poi, in prima fila nella bagarre, ci metto ovviamente Quartararo, che si lamentava di una Yamaha non così competitiva… ma sono sempre lì e sbaglia poco».

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COMMENTI
 

Don Quijote 1 anno fa su tio
L'unico vero incubo sono le repetizioni all'infinito su cosa mangia a colazione il tal personaggio, che sia Putin o la Belen, oppure le continue paturnie sul cambiamento climatico che è un dato di fatto come il Sole che sorge tutti i giorni, ma se imputarlo alla sola CO2 antropica è scientificamente una castroneria, pensare di modificarlo sono masturbazioni filosofiche! Ma quanti dogmi dobbiamo sentire prima di dare la parola ogni tanto a chi la pensa diversamente? Chissenefrega di Marquez, dei pannelli solari o dei mulini a vento, perché non parlare più spesso degli investimenti e dei notevoli progressi della fusione nucleare...

gigipippa 1 anno fa su tio
Risposta a Don Quijote
Sono due argomenti molto interessanti, ma aimè capisco poco unicamente di investimenti.
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