L'ex giocatore di Lugano e Ambrì Krister Cantoni ha analizzato il sin qui "sfortunato" cammino nei playoff delle due ticinesi: «Ambrì vicino. Alcuni giocatori sono alla loro prima esperienza...»
LUGANO/AMBRÌ - Due partite, due sconfitte. Il cammino di Lugano e Ambrì nei playoff non è iniziato nel migliore dei modi tramutandosi, dopo 120' di gioco, in un durissimo calvario. Per entrambe occorrerà inserire una marcia in più se si vorrà provare a scalare questa salita impervia. Nelle prime due gare il team di Greg Ireland non è riuscito a trovare le contromisure necessarie per contrastare uno Zugo sin qui praticamente perfetto. Dall'altra parte, invece, i biancoblù sono sempre stati incollati al Bienne: a fare la differenza sono stati i classici piccolissimi dettagli...
«Devo essere sincero, nelle prime due partite lo Zugo mi ha impressionato davvero tanto - le parole dell'ex giocatore di Lugano e Ambrì Krister Cantoni - Hanno messo tutte le loro qualità sul ghiaccio, dalla velocità d'esecuzione al gioco fisico. Il Lugano sta soffrendo moltissimo i Tori, squadra che pattina tantissimo e che ti lascia poco tempo per ragionare. Per questo più che dei demeriti dei bianconeri parlerei della bravura dell'avversario...».
La storia dei playoff insegna che un 2-0 vuol dire tutto e niente... «Esattamente. In questo momento il Lugano sta cercando le soluzioni per riuscire a contrastare il suo avversario. Ora il fattore mentale conta tantissimo, bisogna restare tranquilli. Elvis imperfetto in gara-2? Dall'esterno si intuisce che in questo momento, anche alla luce della sua reazione dopo il gol di Martschini, non sia tranquillo. Ad ogni modo ora toccherà all'allenatore trovare le contromisure necessarie per cercare di invertire la tendenza, ma non sarà facile: in questo momento lo Zugo sta davvero "martellando" e offrendo il suo miglior hockey. Vi ricordate, però, la semifinale contro il Bienne dello scorso anno? Nonostante il 2-0 nella serie e il momentaneo 3-0 di gara-3 il Lugano era riuscito a girarla. Ecco basterebbe un episodio...».
Al Lugano sta terribilmente mancando l'apporto degli stranieri. Dove sono finite le "provocazioni" di Lapierre, quelle che resero "incandescenti" le sfide dei playoff dello scorso anno? «Ormai Lapierre lo conoscono tutti e per lui non è più così semplice muoversi. È però giusto riconoscere che ci aveva abituato a ben altri standard, quelle dei playoff dovrebbero essere le sue partite. In gara-2 mi è piaciuto molto Lajunen, ha spinto tantissimo, mentre per Haapala - gettato nella mischia per via dell'infortunio di Klasen - il compito non è di certo dei più semplici».
Dal Lugano all'Ambrì. Malgrado i leventinesi siano sempre stati incollati al Bienne, sono arrivate due sconfitte.... «Luca Cereda ha ragione quando dice che la sua squadra quest'anno sta imparando moltissime cose. Tanti giocatori non hanno mai disputato partite di playoff e, questo aspetto, potrebbe influire. Sono molto vicini e per ora sono stati i piccoli dettagli a fare la differenza. Poi c'è Hiller che, quando azzecca la partita, è intrattabile... Larry Huras amava ripetere come "nei playoff non bisogna abbattersi troppo quando si perde ma nemmeno esaltarsi troppo quando si vince". Ecco l'Ambrì deve pensarla così e crederci».