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NATIONAL LEAGUESciaroni, futuro da Orso: «Difficile e strano dirlo a Del Curto»

29.11.17 - 06:59
L’attaccante ticinese lascerà i Grigioni al termine della stagione: «9 anni sono 9 anni… non è stato semplice prendere questa decisione»
Keystone
Sciaroni, futuro da Orso: «Difficile e strano dirlo a Del Curto»
L’attaccante ticinese lascerà i Grigioni al termine della stagione: «9 anni sono 9 anni… non è stato semplice prendere questa decisione»
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DAVOS - Ristabilirsi dall’infortunio che lo tiene ai box da tre settimane, finire al meglio e il più tardi possibile la stagione con il suo Davos, poi sarà Berna: questi i prossimi “passi” e obiettivi di Gregory Sciaroni, 28enne ticinese che al termine del campionato - il nono nei Grigioni - passerà agli Orsi.

«Ovviamente non è stato facile decidere di lasciare Davos - esordisce Gregory Sciaroni - 9 anni non sono pochi e se qui ho passato tutto questo tempo un motivo c’è… mi trovo bene, mi piace tutto di questa realtà. Solo che, nello sport come nella vita, a un certo punto bisogna prendere delle decisioni. Mi si è presentata la possibilità di andare a Berna e ho accettato».

Bi-campioni in carica, saldamente in vetta anche nel campionato in corso, gli Orsi sono una corazzata. Sposare il progetto bernese, per un 28enne a caccia di nuove soddisfazioni dopo i titoli vinti nel 2011 e 2015, è comprensibile e in fondo logico. «Non sono io a dover descrivere la realtà di Berna… la conoscono tutti. Mi reputo onorato di indossare tuttora la maglia del Davos, così come sarà un onore vestire quella degli Orsi».

Il “maestro” Del Curto come ha preso la tua decisione? «Sicuramente è rimasto deluso, in questi anni tra noi si è creato un rapporto importante. 9 anni sono 9 anni… Però ci siamo seduti come due amici, due persone adulte, gli ho spiegato la situazione e ha capito. Certo non è stato facile parlare con Arno, è stato strano. Era dispiaciuto, dal lato sportivo e umano, ma conosce la realtà dell’hockey. È nel business, è anche ds, vive quotidianamente queste situazioni».

Quando è maturata l’idea di cambiare maglia? «Tutto è accaduto piuttosto in fretta. Non molti in realtà, ma alcuni sapevano della mia clausola d’uscita, benché ufficialmente la durata dell’accordo era fino al 2019. A inizio stagione mi sono concentrato sul ghiaccio, giocando senza pensare troppo. Poi è arrivato il momento di fare delle scelte e mettendo tutto sul piatto ho optato per questa opzione».

Hai ricevuto magari anche una chiamata da Ambrì? «Personalmente con Paolo Duca non ho parlato. Un ritorno in futuro? Mah, nello sport non si sa mai, tutto cambia molto velocemente. Non posso escludere nulla. Fino al 2020 sarò a Berna, poi si vedrà».

Nella clausola d’uscita c’erano delle condizioni specifiche? Come la chiamata di un club, piuttosto che di un altro… «No no, era una cosa tra me e il Davos, capita spesso nel nostro lavoro».

Ora il focus resta comunque sulla stagione in corso. Il primo passo è riprendersi dall’infortunio alla parte bassa del corpo rimediato l’8 novembre con la Nazionale. «Proprio così. Si è parlato tanto del passaggio a Berna, ma dobbiamo ricordarci che sarà a partire dal 2018/19. Ora sono ancora al 200% per il Davos. L’idea è rientrare bene e dare il mio contributo per andare il più lontano possibile».

Fisicamente a che punto sei? «Sono passate alcune settimane dall’infortunio e va molto meglio, non sento più dolore ma non è facile prevedere i tempi di recupero. Proprio questa sera (ieri per chi legge, ndr), ho un controllo con lo staff medico. La speranza è di ottenere risposte positive e poter tornare sul ghiaccio per la fine della settimana, dopodiché si valuterà giorno per giorno».

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