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L’antitetico erede di Ibra è... Isak La Svezia si giocherà l'accesso ai quarti di finale questa sera contro l'Ucraina (ore 21).
Articolo redatto da Antonio Fontana.
Ancora doveva espatriare i confini nazionali quando già cominciavano a farsi insistenti le voci che lo etichettavano come “il nuovo Zlatan”. Ed effettivamente, per ruolo e corporatura, Alexander Isak ricorda in parte il connazionale Ibra nel primo lustro della sua carriera.
Un centravanti dal fisico asciutto e dall’oltre metro e novanta d’altezza – in patria lo chiamano “giraffa” – che nonostante la sua conformazione esprime comunque una pregevole eleganza col pallone fra i piedi. Tuttavia discostandosi dagli aspetti prettamente generici, Isak e Ibrahimovic hanno ben pochi tratti comuni, tanto che li si potrebbe definire agli antipodi.
Zlatan, lo sappiamo, ha costruito la sua immagine su una peculiare sfrontatezza tipicamente sbeffeggiante. Il suo successore al contrario preferisce non far parlare troppo di sé, tendendo a evitare il contatto con i media. Un’attitudine schiva che Alexander (classe ’99) ha ereditato dall’umile contesto da cui proviene, cresciuto all’interno di una famiglia originaria dell’Eritrea – terra a cui è molto affezionato – ed emigrata nella contea di Stoccolma.
Probabilmente Isak non arriverà mai a eguagliare il clamore che gravita intorno al nome di Ibrahimovic, ma è indubbio che la punta 21enne abbia tutte le carte in regola per diventare un crack nel calcio continentale. Basti pensare che la stagione scorsa ha condotto da capocannoniere la Real Sociedad alla conquista della Copa del Rey, riportando un trofeo nella bacheca del club dopo 37 anni di digiuno.
