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«Il trionfo all’Europeo 2021? Inspiegabile»

SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Il trionfo all’Europeo 2021? Inspiegabile»

29.03.23 - 07:00
«Il giocatore italiano si è forse un po’ imborghesito ed è quasi sparito il calcio di strada»
Imago
«Il trionfo all’Europeo 2021? Inspiegabile»
«Il giocatore italiano si è forse un po’ imborghesito ed è quasi sparito il calcio di strada»
«L'Italia ha spessissimo creato le proprie fortune sui giocatori di fantasia. Adesso questi mancano. C’è così stato un crollo di prestazioni e risultati».
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ROMA - Nel 2006, non ere geologiche fa, l'Italia vinse il Mondiale in Germania. Lo vinse con merito perché si distinse e perché il gruppo allora allenato da Marcello Lippi era uno dei migliori due-tre in circolazione.

Non qualificatasi alla Coppa del mondo del 2018 e a quella del 2022, l’attuale selezione azzurra è invece modesta, incapace di inanellare risultati positivi con continuità, incapace di convincere e con davanti a sé un futuro per nulla roseo.

«Il problema, è facile dirlo, riguarda il numero di stranieri che giocano in Serie A - è intervenuto Arno Rossini - Ci sono pochi italiani e questi non hanno la possibilità di crescere e quindi di diventare giocatori importanti per la nazionale. Questa generazione non è poi stata “baciata” dal talento. Non ci sono i Pirlo, i Vieri, i Tardelli per andare un po' più indietro, e quindi la formazione alla quale sono abituati nella vicina Penisola non è più sufficiente per primeggiare».

Che ci siano dei cicli è comprensibile. Meno facile da spiegare è perché negli altri Paesi europei non ci sia stato un crollo come invece è accaduto in Italia: in Germania, in Francia, in Inghilterra, in Spagna… il livello della nazionale è sempre molto alto.
«Vedo due problemi. Il primo: il giocatore italiano si e forse un po’ imborghesito, si sente subito arrivato quando invece ancora non ha raggiunto alcun tipo di obiettivo. Il secondo: è quasi sparito il calcio di strada, quello degli oratori».

La solita storia: telefoni, social… Bene, ma questi sono ovunque.
«E qui si deve analizzare il tipo di calcio storicamente proposto dalle varie selezioni. Mi spiego. I talenti più puri, quelli dotati di maggior fantasia, arrivano oggi dal Sud America, dove appunto il gioco di strada è ancora molto diffuso. Di bambini con la palla in mano se ne vedono invece meno in Europa. Si salva la Francia, le cui periferie ancora sono vivaci, non l’Italia. E nemmeno gli altri stati. A differenza di Germania, Svizzera, Inghilterra e nazioni nordiche, dove intensità e fisicità sono dei marchi di fabbrica, l'Italia ha però spessissimo creato le proprie fortune sui calciatori di fantasia. Per questo, adesso che questi mancano, c’è stato un crollo di prestazioni e risultati».

C'è una soluzione a tutto ciò?
«Tornare a riempire gli oratori. O, più fattibile, trovare il modo di rivedere la filosofia dei centri di formazione. L'obiettivo dev'essere quello di far crescere elementi in grado, con la loro tecnica, di rompere le gabbie imposte dagli schemi. Il problema è che questa situazione non mi pare transitoria».

Tenuto conto di tutto ciò, come si spiega il trionfo nell’Europeo del 2021?
«Non si spiega. È realmente inspiegabile. A quel torneo l'Italia è arrivata con il gruppo più compatto e in fiducia. Ha giocato bene e così facendo ha sovvertito i pronostici. Quel successo è stato meritato ma, appunto, quasi casuale. Tanto più che dalle partite ufficiali subito successive a quella gioia, prestazioni e risultati non ci sono più stati».

Fino a Inghilterra e Malta.
«L'Inghilterra è una buona squadra ma non ha tantissima fantasia. Se a Napoli, a fine primo tempo, fosse stata avanti 3-0 o 4-0, non ci sarebbe però stato nulla da dire. E questo per una nazionale come l'Italia, con quella storia, è qualcosa di inaccettabile. Con Malta è poi andata anche peggio. Gli azzurri hanno vinto, è vero; non hanno tuttavia per nulla convinto. Sono stati noiosi e prevedibili, poi hanno segnato e tutto è andato per il meglio. Attenzione però, se Malta va in vantaggio l'Italia non la riprende più. E fa una figura del c***o».

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