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PREMIER LEAGUEGli amici sono morti e lui è lontano dai suoi cari: «È un momento difficile»

19.01.23 - 22:00
Antonio Conte ha fatto alcune riflessioni in seguito ai decessi di Vialli e Mihajlovic: «Sto riflettendo sul mio futuro».
keystone-sda.ch / STF (Kin Cheung)
Gli amici sono morti e lui è lontano dai suoi cari: «È un momento difficile»
Antonio Conte ha fatto alcune riflessioni in seguito ai decessi di Vialli e Mihajlovic: «Sto riflettendo sul mio futuro».
L'allenatore del Tottenham è malinconico: «Il lavoro non è tutto nella vita».
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LONDRA - I recenti prematuri decessi degli amici Gian Piero Ventrone, Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli hanno letteralmente scosso Antonio Conte, attualmente alla guida del Tottenham. 

L'allenatore italiano ha confessato di attraversare un periodo decisamente difficile, in cui sta facendo delle riflessioni riguardanti il proprio futuro. «Questa stagione non è stata per niente semplice sotto il profilo personale», sono state le sue parole riportate dal "Guardian". «Perdere in così poco tempo tre persone che conoscevo benissimo mi ha portato a fare delle riflessioni importanti sul mio futuro. Molte volte pensiamo e diamo molta importanza al nostro lavoro, ma così facendo dimentichiamo la nostra famiglia e che dobbiamo avere più tempo per noi stessi».

L'ex tecnico di Inter e Juventus ha ammesso di sentire molto la distanza dalla moglie Elisabetta e dalla figlia 15enne Vittoria, entrambe rimaste a vivere in Italia. «Quando il lavoro è in cima alla nostra mente e costantemente nella nostra testa, a volte ci dimentichiamo di stare con la famiglia e gli amici. Per la nostra passione abbiamo perso molte cose, ma quando accadono certe situazioni, si inizia a pensare che forse è bene dedicare più tempo ai nostri cari. Il lavoro non è tutto nella vita. Non sono contento ad avere la mia famiglia in Italia, ma quando hai una figlia che va a scuola bisogna rispettarla. Non voglio che cambi ambiente ogni due anni, influenzando di conseguenza la sua vita».

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COMMENTI
 

Giulietto 1 anno fa su tio
Andassero a lavorare in miniera sti ultra milionari del calcio per smuovere qualche neurone nel cervello… e pensare che c’è gente che li segue ancora.. non c’è mai fine al peggio
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