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SERIE ACristiano Ruiu: «Scudetto al Milan, l'Atalanta non fa paura. Ibra? Ancora un anno e poi...»

13.05.22 - 22:07
Parola a Cristiano Ruiu, volto noto di Telelombardia: «L'Atalanta non deve far paura ai rossoneri...»
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Cristiano Ruiu: «Scudetto al Milan, l'Atalanta non fa paura. Ibra? Ancora un anno e poi...»
Parola a Cristiano Ruiu, volto noto di Telelombardia: «L'Atalanta non deve far paura ai rossoneri...»
«Il futuro di Ibra? Negli scorsi mesi contestavo il fatto di tenerlo con un ingaggio di sette milioni, visto che è in grado di giocare un terzo delle partite. Se però l’anno prossimo dovesse accettare uno stipendio da due milioni, il discorso cambierebbe…».
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MILANO - La Serie A è caldissima. Quando mancano due giornate al traguardo, l’unico verdetto già emesso è quello relativo alle quattro squadre che l’anno prossimo giocheranno la Champions League. Per tutto il resto bisogna pazientare ancora. Fra le tante incertezze un’altra certezza però ce l’abbiamo: la lotta per lo Scudetto è un affare tutto milanese, con il Diavolo che ad oggi può vantare due punti di vantaggio e lo scontro diretto a favore. Ma saranno le bandiere rossonere o quelle nerazzurre a sventolare prossimamente a San Siro, in occasione dei festeggiamenti?

Abbiamo girato la patata bollente a Cristiano Ruiu, volto noto delle trasmissioni televisive di Telelombardia. «Lo Scudetto lo vincerà il Milan. Tutti parlavano della fatal Verona per il Milan ed invece alla resa dei conti si parlerà della fatal Bologna per l’Inter. Al Dall’Ara (lo scorso 27 aprile, ndr) erano in tanti ad aspettarsi un successo nerazzurro e il conseguente sorpasso in vetta. Ed invece gli emiliani, dopo essersi sentiti presi in giro fra ricorsi e rinvii, hanno giocato quell’incontro alla morte creando la sorpresa e rimescolando le carte».  

Qual è il segreto dell’annata strepitosa del Diavolo?
«Sicuramente la sua abilità a compattarsi nelle difficoltà. La fortuna devi essere bravo a cercartela come successo recentemente. Penso alla traversa di Pavoletti a Cagliari all’ultimo minuto, la parata di Maignan su Cabral contro la Fiorentina, il gol di Tonali al 92’ all’Olimpico…».

Quanto c’è di Pioli?
«C’è tantissimo, soprattutto nella lettura delle partite. Ma la chiave del successo bisogna andare a cercarla ancor più a monte. Dopo le scellerate gestioni della coppia Mirabelli-Fassone e di Leonardo, negli anni scorsi Boban e Maldini - praticamente senza soldi - hanno cercato di ricostruire lo spirito e l’attaccamento alla maglia rossonera. Hanno scelto Zlatan Ibrahimovic come figura centrale del progetto, vero artefice della rinascita del club. L’allenatore è poi stato bravo a seguire la sua scia, svolgendo un lavoro eccezionale. Inoltre non va dimenticato come attorno a questa squadra ci sia un ambiente eccezionale. Gli Scudetti non si vincono soltanto sul rettangolo verde…».

A San Siro il Milan non batte l’Atalanta (avversario del Diavolo domenica) dal 2014. Questo dato fa paura?
«Sinceramente no. In questi anni il Milan ha comunque vinto diverse volte in trasferta contro la Dea. Tuttavia, non si può negare come i rossoneri soffrano spesso il loro gioco. Ad ogni modo penso che in queste settimane a Bergamo si sia un po’ esaurito quel fuoco sacro degli ultimi anni. Sono quindi convinto che il corso Gasperini sia ormai al capolinea».

L’Atalanta però punta ad agganciare il treno dell’Europa League…
«Dopo qualche anno in Champions, penso che l’Europa League possa rappresentare un peso per loro. Non so quanto realmente sia un obiettivo per la Dea».

Torniamo a Ibra: la sua tenuta fisica si sta deteriorando sempre più. La società a fine stagione deve liquidarlo? 
«Negli scorsi mesi contestavo il fatto di tenerlo con un ingaggio di sette milioni, visto che è in grado di giocare un terzo delle partite. Se però l’anno prossimo dovesse accettare uno stipendio da due milioni, il discorso cambierebbe… La vera variabile è il suo legame con la famiglia Raiola. La scomparsa di Mino, al quale era super legato, ha fatto perdere la figura centrale dell’organizzazione. Suo cugino Enzo sta cercando un personaggio importante, che possa raccoglierne il testimone. E sembra averlo individuato in Ibra. Se però dovessi scommettere un franco, dico che Zlatan giocherà ancora un anno...».

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