Buon pari a Vaduz per Sabbatini e soci, che hanno carattere da vendere.
Limitare al minimo le incertezze è il prossimo obiettivo. I regali costano caro...
LUGANO - Punto conquistato, classifica mossa, imbattibilità conservata. Cosa volere di più?
Il Lugano può essere soddisfatto di quanto ottenuto a Vaduz? Nonostante la graduatoria, l’avversario era da considerare ostico. Già nell’avvicinamento al match Maurizio Jacobacci aveva infatti messo in guardia tutti, snocciolando le qualità e i punti di forza dei biancorossi. Premesso ciò, al Rheinpark i bianconeri hanno firmato la prestazione forse meno convincente del loro giovane campionato. Hanno faticato a imporre il loro gioco, non sono riusciti ad aggredire gli spazi con continuità, hanno commesso una (nuova) leggerezza in difesa e anche quando si sono trovati spalle al muro - nel secondo tempo - hanno prodotto poco. Il Vaduz si è prevalentemente coperto, ha badato al sodo; nella sua strategia non ha in ogni caso neppure sofferto troppo. Poi il gol di Oss ha cambiato tutto, spedendo in orbita i ticinesi e facendo disperare Mario Frick e i suoi. Il pari è da considerare sicuramente soddisfacente per gli ospiti i quali tuttavia, nella loro arrembante qualità, al grigiume non posso abituarsi: hanno ottimi spunti e tanta esperienza che vanno meglio sfruttati per tenersi alla larga dai pericoli. E ora? Jacobacci dovrà ripartire dal carattere di un gruppo che non si arrende mai - e questa è una nota più che positiva - e lavorare sui particolari. Sull’attenzione con la quale si imposta la fase difensiva del gioco. Concedere occasioni - a volte fare regali - all’avversario di turno non è saggio e alla lunga potrebbe costare carissimo: il gol risolutore in extremis non può infatti diventare una costanza. Di jolly da mettere sul tavolo, nel suo mazzo, il Lugano non ne ha infiniti...