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TENNISWawrinka: "Finché Federer gioca, io sarò sempre il numero 2 in Svizzera"

07.03.14 - 15:52
Il vodese ha dichiarato anche che il suo obiettivo primario è vincere la Coppa Davis
Keystone
Wawrinka: "Finché Federer gioca, io sarò sempre il numero 2 in Svizzera"
Il vodese ha dichiarato anche che il suo obiettivo primario è vincere la Coppa Davis
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INDIAN WELLS (USA) - Stanislas Wawrinka è molto atteso nel Torneo di Indian Wells. Sarà la sua prima apparizione, Davis a parte, dopo l'exploit che gli ha permesso di vincere gli Australian Open. Grande curiosità per le sue condizioni fisiche che lo hanno "fermato" dopo l'impegno con la Svizzera. E proprio del tennis di casa, di Federer ,oltre a tutto il resto, ha parlato il tennista vodese nella conferenza stampa negli USA.

Sulla vittoria in Australia: "Ero e sono convinto che il tennis non sarebbe stato solo i Fab 4, ma non pensavo certo che sarei stato io a rompere la tradizione, ma più a gente come Tsonga o Berdych".

Per la prima volta in carriera Stan è davanti a Federer ma lui non si scompone: "Roger resta un mito inaviccinabile, un genio del tennis, la star incontrastata. Finchè giocherà lui, io sarò il numero 2 in Svizzera, sono io il primo a dirlo e non mi dispiace. In certe cose il ranking non conta".

Si passa agli obiettivi stagionali, fare bene negli altri Slam, confermarsi, ma per Wawrinka la Davis è un chioso fisso: "Con Roger o senza vorrei vincerla. Ovviamente con lui in squadra siamo potenzialmente da vittoria finale".

Stan si dimostra inoltre soddisfatto sul presente e sul passato della Svizzera, ma è preoccupato sul futuro: "Abbiamo avuto sempre giocatori forti da Patty Schnyder a Martina Hingis, Marc Rosset e Heinz Gunthardt. Ora ci siamo io, ancora per qualche anno e Roger, per qualcuno meno. E poi? A livello maschile c'è poco sinceramente mentre a livello femminile la Bencic ha un grande potenziale, ma non dobbiamo opprimerla con i paragoni con Martina Hingis".

Infine un ritorno sul personale: "Mi sono concentrato sul tennis dai 16 anni in poi, a 17 ho vinto il Roland Garros junior, lì ho capito che sarei potuto diventare uno bravo, ma non che sarei arrivato in top ten". (itm)

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