Djokovic l’indesiderato: rischia di saltare gli US Open
Altro divieto all'orizzonte? Djokovic sta scherzando con il fuoco.
NEW YORK - Gli Australian Open non li ha fatti: dopo essere finito nel tritacarne mediatico, tradito da chi gli ha inizialmente dato l’autorizzazione per presentarsi a Melbourne salvo poi fare un passo indietro, è stato costretto a guardarli da casa. Al Roland Garros si è ben difeso ma non ha raggiunto i suoi picchi “soliti” e, soprattutto, a un certo punto si è trovato di fronte un certo Rafa Nadal. A Londra, a Wimbledon, sarà uno dei favoriti ma, ancora in cerca di brillantezza, dovrà guardarsi da almeno due-tre avversari pericolosissimi. Agli US Open… potrebbe non andare.
Di chi si parla? Di Novak Djokovic ovviamente, impegnato in una delle stagioni più complicate della sua ormai lunga carriera da professionista. La scelta di non vaccinarsi ha infatti molto limitato il serbo che, persa l’opportunità di scendere in campo in più tornei, sta faticando a tornare alla modalità “cannibale”. E potrebbe faticare ancora a lungo visto che, dopo il Major sull’erba britannica, potrebbe nuovamente essere costretto a rimanere fuori dal giro.
Gli organizzatori dello Slam statunitense (29 agosto-11 settembre) hanno recentemente comunicato l’apertura ai tennisti russi e bielorussi (invece esclusi da Wimbledon); non si sono tuttavia sbilanciati sulla presenza di chi non ha completato il ciclo vaccinale.
Già costretto a cancellare la propria iscrizione dai tornei di Indian Wells e Miami perché non in possesso di un’esenzione utile per muoversi liberamente negli Stati Uniti da non vaccinato, come riportato dal "the Telegraph" il campionissimo di Belgrado potrebbe quindi nuovamente essere obbligato a confrontarsi con leggi e dottori.
Se le regole per l’ingresso negli States non cambieranno, oltre a vaccinarsi - ma questo sembra fuori questione - Nole avrà un unico altro modo per ottenere il tanto agognato visto: dovrà rivolgersi al Centers for Disease Control e chiedere un “lasciapassare”. Tenuto conto dei tempi, ancora “comodi”, e dell’esperienza maturata nell’interfacciarsi con le istituzioni, una telenovela come quella australiana non dovrebbe comunque andare nuovamente in onda. Prima di affrontare il discorso US Open, Djokovic e il suo entourage hanno infatti la possibilità di fare le prove generali con la Rogers Cup (dal 7 al 14 agosto a Montreal dove, come per gli USA, sono ancora in vigore le restrizioni legate al Covid-19) e con il Masters 1000 di Cincinnati (14-21 agosto).
Saranno presentati documenti e “prove”, sarà inoltrata la richiesta di presenziare pur non avendo tutti i requisiti medici. Se la risposta sarà negativa, allora è già dai giorni nei quali sono in programma quei due importanti tornei che le vacanze di Nole potranno cominciare.