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Coronavirus-Djokovic: la toppa è peggio del buco

TENNISCoronavirus-Djokovic: la toppa è peggio del buco

08.01.22 - 15:32
Guarito e quindi giustificato? Da positivo Djokovic era a spasso, senza mascherina, per la Serbia
keystone-sda.ch
Coronavirus-Djokovic: la toppa è peggio del buco
Guarito e quindi giustificato? Da positivo Djokovic era a spasso, senza mascherina, per la Serbia
Scadenze non rispettate e date sospette, la difesa di Djokovic non convince.
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MELBOURNE - L'affaire-Djokovic? Il pasticcio iniziale sembra averlo fatto Tennis Australia. Da lì in poi, però, gli errori sono stati tutti di Novak e del suo clan. La telenovela di questo inizio gennaio si arricchisce ogni giorno di un fatto nuovo. E sempre meno comprensibile.

La stampa australiana ha spiegato come, alla base dell’esenzione richiesta, il serbo avesse un preciso motivo “medico”: a metà dicembre ha contratto il Covid, poi superato senza problemi. Partendo da questo fatto, il 34enne si è infilato in una scappatoia trovata dalla Federazione tennistica dell’isola-continente, che già a inizio dello scorso mese aveva comunicato ai professionisti non vaccinati che con lo “status” di guariti avrebbero avuto la possibilità di giocare lo Slam. Piccolo problema: per far partire la procedura, i tennisti si sarebbero dovuti registrare entro il 10 dicembre, ovvero prima che - secondo quanto affermato dai suoi legali - Djokovic scoprisse di aver contratto il virus. Altro piccolo problema: la segnalazione fatta da Tennis Australia, era errata. Il Governo guidato dal Primo ministro Morrison aveva infatti già sottolineato come l’aver superato la malattia non sarebbe stato sufficiente, se non vaccinati, per entrare nel Paese.

Questo equivoco ha ingannato il serbo, che ha così finito con l’essere bloccato dall’Australian Border Force.

La questione, fin qui quasi semplice, è tuttavia divenuta ingarbugliatissima nelle ultime ore, quelle della “detenzione” del numero uno al mondo e delle proteste della sua famiglia. Nella speranza di vincere il ricorso nell’appello di lunedì, i legali di Nole hanno infatti esposto il loro rappresentato al pubblico ludibrio. “Ha contratto il virus il 16 dicembre”, hanno comunicato al Tribunale federale di Melbourne, allegando le prove di ciò. Vero? Possibile, certo. Sta di fatto che a metà dicembre, rigorosamente senza mascherina, Djokovic è stato spesso impegnato nella sua Serbia. Il 14 era a bordo campo a seguire il match di basket di Eurolega Stella Rossa-Barcellona (esponendosi al contagio?), il 17 ha partecipato a un evento della Posta del suo Paese (emesso un francobollo in suo onore) e ha presenziato alla cerimonia di premiazione organizzata al suo Novak Tennis Center.

O la data indicata dagli avvocati è fasulla o Nole si è mosso senza troppo curarsi degli altri mentre era positivo.

 

 

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