La sciatrice ticinese ha risposto alle accuse di non essersi allenata abbastanza a causa del rapporto con Valon Behrami: «Non sono stata professionale? È ridicolo»
LAKE LOUISE (Canada) - Nella giornata odierna - mercoledì 4 dicembre - Lara Gut Behrami ha parlato a tutto campo, difendendosi dalle accuse di scarso impegno durante la Coppa del Mondo del 2018. La sciatrice di Comano non avrebbe infatti ottenuto i risultati sperati a causa della “distrazione” derivante dalla relazione privata con suo marito Valon. «Sono la prima a pretendere molto da me stessa e sono sempre stata molto professionale», ha analizzato proprio Lara al “Tages Anzeiger”. «So cosa dice la gente, ma non c'era nessuno con me nel 2018. Ero da sola a New York per dieci giorni durante una preparazione e non ci sono stati problemi. L'estate scorsa invece sono tornata a casa per cinque giorni e questa cosa ha dato fastidio a molti. Non sono stata professionale? È ridicolo».
Oltre a questo la 28enne viene spesso attaccata per aver deciso di intraprendere il suo percorso sportivo con un team privato, lontano dalle sue colleghe rossocrociate. A questo proposito la ticinese – vincitrice della Coppa del Mondo nel 2016 – ha reagito dicendo: «Tranne Mikaela Shiffrin, sono la sciatrice in attività che vanta il maggior numero di vittorie in CdM (24, ndr) e questo significa che ciò che ho scelto per la mia carriera ha funzionato. Il problema è la presenza di Valon? Eppure non sento grandi commenti quando Michelle Gisin porta sua sorella Dominique con sé, oppure quando Wendy Holdener deve allenare lo slalom e si porta dietro due allenatori. Nessuno parla mai di trattamenti speciali nei loro confronti, ma capisco perfettamente che tutti gli atleti facciano ciò di cui hanno bisogno per provare a migliorarsi».
Infine un commento su Pauli, il padre-allenatore... «C'è sempre stato, soprattutto in qualità di padre. Mi ha insegnato la disciplina e mi ha sempre motivato nei momenti di difficoltà. A 28 anni posso prendere le mie decisioni da sola, ma se non avessi avuto il suo sostegno non sarei mai arrivata a questi livelli(...)».