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GIORNATA DELLA BUONA AZIONEHo fatto solo del bene per un giorno: ecco com’è andata

15.05.22 - 08:00
Per un giorno la redattrice Geraldine ha cercato di compiere veramente solo buone azioni. Ci sarà riuscita?
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Fare del bene non è difficile... o sì?
Fare del bene non è difficile... o sì?
Fonte 20 Minuten / Geraldine Bidermann
Ho fatto solo del bene per un giorno: ecco com’è andata
Per un giorno la redattrice Geraldine ha cercato di compiere veramente solo buone azioni. Ci sarà riuscita?

ZURIGO - Essendo stata negli scout da bambina (mi potete chiamare con il mio nome da guida «Pebbles»), ovviamente conosco il motto «fare del bene tutti i giorni». Quindi, quando la redazione mi ha affidato l’incarico di compiere buone azioni per 24 ore, non mi sono lasciata spaventare. Non mi considero Voldemort e penso di potercela fare.

Giornata della buona azione
La “Giornata della buona azione” è un’iniziativa di Coop.

Fare del bene e ispirare gli altri!

È con questo motto che in vista del prossimo 21 maggio in tutta la Svizzera faremo insieme delle buone azioni. Puoi pianificarne una anche tu, da solo, con la tua famiglia, la tua associazione o la tua organizzazione. E condividila con l’hashtag #GiornataDellaBuonaAzione su Instagram, TikTok, Facebook o Twitter. Tutti i contenuti condivisi e altre informazioni sulla “Giornata della buona azione” li trovi
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La giornata inizia come sempre con il cambio del pannolino. Mi piacerebbe scrivere che per nostra figlia usiamo pannolini in stoffa e panni di cotone riutilizzabili. Ma non sarebbe vero. Per noi la scelta migliore sono risultati essere Pampers e salviettine umidificate:anche l’onestà fa parte delle virtù di uno scout. Aiuto nostra figlia a mettersi le scarpe, le infilo il cappotto e sfoglio con lei anche un libro di cagnolini, avendo puntato apposta la sveglia un po’ prima. Arrivate all’asilo nido, consegniamo agli educatori un banana bread fatto in casa. In realtà vorrei portar loro un brunch intero ogni mattina: questo team di donne e uomini si fa in quattro ogni giorno per stare vicino ai bambini, senza raccontarlo su Instagram, o scrivere articoli a riguardo.

Mostriamo loro un brano reggaeton che fa divertire mia figlia e insceniamo un breve balletto mattutino. Mentre raggiungo l’ufficio sono in prima fila per aiutare un’anziana signora ad attraversare la strada o un padre a caricare la carrozzina sul tram. Purtroppo non si verifica nessuno di questi due scenari. Non porto nemmeno croissant in ufficio: voglio evitare lo spreco alimentare visto che, da quando c’è il coronavirus, almeno la metà del team lavora sempre da casa, a volte anche di più. Aiuto, sono trascorse già quasi due ore della giornata. Devo intensificare il ritmo? A mezzogiorno incontro un’amica che abita vicino a Stauffacher. Nel suo appartamento condiviso sono state accolte due studentesse ucraine. Tra qualche mese Kateryna e Anastasia si trasferiranno in un appartamento tutto loro grazie all’Università di Zurigo e a un donatore privato che pagherà l’appartamento fino alla fine dell’anno. La mia borsa con cose utili per l’appartamento non è quindi degna di nota, ma per questo articolo la cito lo stesso. 

Una formula semplice contro il nervosismo - Mentre torno in ufficio incontro una collega che sta attraversando un periodo impegnativo. Le insegno questa formula: dai un voto da 0 a 10 al tuo problema (10 equivale alla catastrofe). Ora dai un voto alla tua resistenza. Quanta ne opponi? Con che facilità lo accetti? Assegna anche qui un numero tra 0 e 10. Se hai un problema di livello 7, sarà difficile cambiare questo numero. Sulla tua resistenza invece puoi lavorare. Riesci ad accettare il problema, cercare soluzioni costruttive e lavorare sull’accettarlo, anche se magari ti fa arrabbiare? Questo sarebbe un 4. Ora moltiplica le cifre. 7 x 4 = 28. Se la tua resistenza fosse stata pari a 10, il problema sarebbe arrivato subito a un bel 70. Mi segui ancora?

Questa formula mi è stata insegnata da una vicina insegnante di yoga e maestra di scuola primaria con una figlia della stessa età. Le scrivo su WhatsApp che diffondo costantemente le sue pillole di saggezza. «Mi fa molto piacere, grazie per la spinta», risponde. Mentre torno a casa mi chiama un’altra amica. Oh no, non vedevo l’ora di ascoltare il mio podcast e fare due passi prima di andare a riprendere nostra figlia. Non mi può scrivere veloce su WhatsApp? La mia resistenza è un 8, ma rispondo comunque. Parliamo e lei decide su due piedi di passare anche per cena. Ormai siamo un gruppo di sette persone, che mi sembrano troppe per un mercoledì sera dopo il lavoro. Ma oggi è la giornata della buona azione, la prendo con filosofia. Con mooooolta filosofia. Cavolo! Volevo anche comprare dei fiori, lavarmi i capelli, apparecchiare bene la tavola e recuperare un dolce. Ma in qualche modo il tragitto verso casa si è di nuovo allungato. Perché abbiamo ospiti??

Basta. Fai un passo indietro, va tutto bene, abbiamo un tavolo in casa e amici che ci vengono a trovare, non serve altro. Lavoro sul mio atteggiamento: anche questa è una forma di buona azione. Dopo che nostra figlia ha mostrato a tutti gli ospiti come si sta esercitando con i primi passi, mio marito e io la mettiamo a letto insieme. Ha un attacco di ridarella mentre le cambio il pannolino e sentiamo ridere anche i nostri amici in salotto. Ho fatto abbastanza buone azioni oggi? Non saprei. Mi avrebbe sicuramente fatto piacere anche qualche tulipano fresco sul tavolo. Ma, un attimo, non hanno un buon impatto climatico! Tutto a posto.

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