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LOSONESostenere i giovani quest’anno e in futuro

12.03.21 - 15:39
Stefano Giuliani, candidato Municipio e CC PLR Losone
foto Stefano Giuliani
Sostenere i giovani quest’anno e in futuro
Stefano Giuliani, candidato Municipio e CC PLR Losone

LOSONE - Sono padre di tre figli in età scolastica e sono professionalmente attivo nel settore della salute, a contatto con i giovani quotidianamente. Ho potuto toccare con mano le sofferenze e le difficoltà sopraggiunte quest’anno trai i giovani non solo quale riflesso delle paure degli adulti a vari livelli, bensì direttamente legate al persistere di uno stato di limitazioni che ha toccato le libertà individuali nei giovani, in un momento delicato della maturazione del carattere e della personalità. All’inizio dello scorso anno abbiamo assistito ad un momento molto preoccupante col pericolo di una propagazione incontrollata del virus Sars-CoV-2 ed era giusto mettere in atto un lockdown molto restrittivo, seppur difficile da digerire. Le misure molto limitative della nostra libertà, compresa la chiusura delle scuole, erano giustificate per evitare un tracollo del sistema sanitario; siamo in effetti stati un paio di volte al limite del tracollo. Non voglio discutere troppo di quello che è stato deciso nell’ultimo anno o che avremmo potuto fare meglio.

Col senno di poi siamo tutti sempre più intelligenti..., io desidero unicamente, nell’interesse della continua crescita dei nostri giovani, esprimere qualche pensiero su come coniugare la necessità di sicurezza con le libertà dei giovani così da formulare possibile opzioni di scelte differenziate. Quale contitolare di uno studio medico ho potuto osservare l’effetto sulla psiche dei bambini più bisognosi, che hanno necessitato ancor più sostegno di quanto già normalmente in atto, ho sentito la sofferenza dei docenti che, già alla prese con classi a volte complesse e numero di allievi al limite, hanno purtroppo dovuto fare delle scelte a scapito di questi bambini particolarmente bisognosi. Ho sentito i miei figli chiedermi di rivedere i loro amici all’esterno della scuola o lamentarsi della limitata attività fisica. Abbiamo capito che non esplode il contagio sulle piste da sci o nei boschi, ma piuttosto dopo la scuola o sui bus, nei luoghi di aggregazione se non teniamo le dovute precauzioni.

E allora quali possibilità esistono? Quando leggo i numeri dei contagi e il numero delle persone in quarantena mi pongo sempre la domanda: i contatti vengono tracciati abbastanza a lungo prima dell’inizio dei sintomi? Quando vado dal parrucchiere mi viene misurata la febbre, mi viene chiesto se ho sintomi., sSe mi viene chiesto in quel posto e mi rendono attento, possiamo quindi immaginarci che diventi una regola? Cosa varrebbe la pena fare prima di organizzare una meritata cena con le famiglie di amici?, Cci converrebbe effettuare un test rapido come quando dobbiamo prendere l’aereo? In fondo il felice momento insieme vale lo stress del test.

E i giovani? Una mia paziente che si reca oltre confine regolarmente viene ogni settimana per fare il test rapido. Se i giovani hanno il sacrosanto diritto di ritrovarsi insieme il venerdì o il sabato sera, perché non in gruppo e chiedersi a vicenda in questo strano anno di proteggerci tramite i test rapidi? E se abbiamo più sicurezza potremmo immaginarci di riaprire i ristoranti e i bar con maggiore distanza tra i tavoli? Le scuole quale motore di crescita individuale, di rispetto e di cultura ma anche di infezioni - a dispetto delle affermazioni iniziali - possono prevedere test di massa? In un articolo di giornale leggevo se fosse giusto testare regolarmente gli allievi: è immaginabile farlo regolarmente con test non invasivi in caso di focolai in un comune?

Le domande che mi pongo sono a tutela della salute dei giovani, dei loro genitori e nonni, dei lavoratori, dei nostri amici, della salute mentale dei giovani e in sostanza di un funzionamento della società senza che questa venga bloccata oltremodo e che il singolo venga biasimato per un comportamento corretto. Per immaginarci queste attività in sicurezza necessitiamo adesso di una strategia maggiormente differenziata e nuove idee sulle quale confrontarci. Tutto in sicurezza mi raccomando ma i giovani hanno bisogno di imparare, incontrarsi, gestire il tempo e i soldi, muoversi, fare sport, liberare la mente in un periodo strano che davvero ci può insegnare una nuova normalità.

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