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ti.mammeSvezzamento: le tappe alimentari del metodo classico

30.03.23 - 07:00
Come abituare i bambini ai nuovi sapori passando dal latte a una dieta solida.
Depositphotos (FamVeldman)
Svezzamento: le tappe alimentari del metodo classico
Come abituare i bambini ai nuovi sapori passando dal latte a una dieta solida.

Hanno raddoppiato il proprio peso dalla nascita, stanno seduti da soli e mostrano interesse per il cibo: ecco l’identikit dei pargoli candidati allo svezzamento. Ovviamente anche la loro età gioca un ruolo importante, ma la rispondenza delle prime tre caratteristiche è quella che induce i pediatri a consigliare il passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte – materno o artificiale - a una solida. L’Organizzazione mondiale della sanità indica i sei mesi compiuti come età utile per iniziare lo svezzamento che, ovviamente, avviene con la progressiva integrazione di cibi semisolidi e solidi. L’importanza dell’indicazione anagrafica viene sottolineata al fine di ridurre il rischio che il piccolo sviluppi asma, atopia o eczema in caso di svezzamento precoce, iniziato prima dei quattro mesi. Appurata la teoria, ogni mamma si ritrova alle prese con la pratica che sembra facile, ma prevede almeno la possibilità di schizzi di pappa negli angoli più impensati della casa. Bando ai timori e ai dubbi! Questo svezzamento «s’ha da fare».

A questo punto una precisazione sembra utile: il processo può essere tradizionale o naturale, il primo prevede l’introduzione graduale dei nuovi alimenti, l’altro posiziona il piccolo al centro del procedimento, puntando sulla sua capacità naturale di scegliere cosa mangiare tra gli alimenti adeguatamente selezionati e preparati (no a sale e zucchero!) per lui e per tutto il resto della famiglia, visto che la pratica prevede che le manine paffute dell’assaggiatore seriale si tuffino nei piatti dei commensali presenti alla sua tavola. L’autosvezzamento elimina le tabelle del procedimento classico, ma richiede il perfetto sviluppo del riflesso della deglutizione del bambin, insieme alla capacità di masticazione, con l’accortezza di sminuzzare gli alimenti per scongiurare il rischio di soffocamento. Quello che, invece, segue un regime a tappe è lo svezzamento classico, del quale vogliamo occuparci. Il primo passo è rappresentato dalle classiche pappe da preparare con un semplice brodo vegetale fatto in casa al quale si aggiungono prima le farine come quella di riso, e poi la carne o il pesce frullati (o l’omogeneizzato). Come sempre le indicazioni del pediatra saranno fondamentali e forniranno uno schema generico e di semplice consultazione per l’inserimento dei diversi alimenti in base all’età del baby gourmand.

Vediamo, quindi, quali sono le tappe principali dello svezzamento classico:

4 mesi: banane, prugne, mele e pere;

5 mesi: brodo vegetale, olio extravergine di oliva, parmigiano, carne liofilizzata, crema di riso o di mais e tapioca, patate, zucca, zucchine e carote;

6 mesi: pesche, albicocche, spinaci, cavolfiore, finocchi, sedano, cipolle, porri, semolino, carne omogeneizzata e formaggi a basso contenuto di grassi;

7 mesi: ricotta fresca e pastina minuscola;

8 mesi: spremute di mandarini e arance, pastina piccola, prosciutto cotto senza polifosfati, formaggi morbidi (tipo caciotta e crescenza), pesci magri, brodo di carne fatto in casa e legumi;

9 mesi: tuorlo d’uovo mescolato nella pappa, salmone e pesce spada e carne cotta al vapore o lessata;

10 mesi: pomodoro privato della buccia, pastina media (come i classici anellini o le stelline).

Dopo gli 11 mesi si potranno introdurre fragole, fichi, kiwi, melone, anguria, castagne, mandorle e noci, orzo, farro, carciofi, melanzane, carne di maiale, miele e uova intere.

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