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ti.mammeIl singhiozzo dei neonati: cause e rimedi

15.12.22 - 08:00
Una corretta alimentazione può rappresentare la giusta via per la prevenzione del disturbo
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Il singhiozzo dei neonati: cause e rimedi
Una corretta alimentazione può rappresentare la giusta via per la prevenzione del disturbo

Sette sorsi d’acqua, respiro trattenuto e persino un piccolo spavento: sono alcuni dei metodi da utilizzare per far passare il singhiozzo, secondo la tradizione popolare. Perché questo spasmo che compare improvvisamente a causa dell’irritazione del nervo frenico che controlla le contrazioni del diaframma, facendole diventare più frequenti, è innocuo, ma assai fastidioso e, per questo, si cerca di eliminarlo. Le contrazioni involontarie, accompagnate da rumorose chiusure della glottide, che originano il classico suono del singhiozzo, si verificano a qualsiasi età, tra gli adulti ed i bambini e persino i neonati. Proprio il singulto dei bebè crea una certa apprensione nei genitori che vedono le proprie creaturine scosse a suon di hic. Il disturbo può essere accompagnato, eventualmente, anche da un rigurgito, ma non deve causare preoccupazione e la consulenza del pediatra sarà richiesta solo nel caso in cui si protragga troppo e sia accompagnato da uno stato di malessere del piccolo.

Si tratta in realtà di un fastidio per il quale non esistono rimedi specifici, men che meno cure, e può essere causato da alcuni comportamenti da correggere. L’eccessiva voracità del bebè durante la poppata, per esempio, può provocare il singhiozzo subito dopo, tanto che il piccolo prenda il latte materno o quello artificiale. Per evitare questo inconveniente è utile interrompere per un po’ l’allattamento aiutando il piccolo a fare il ruttino che permette di eliminare il gas in eccesso. La posizione del biberon o il corretto attaccamento al seno insieme ad una pianificazione di un maggior numero di poppate quotidiane per ridurre la quantità di cibo assunto ad ogni pasto è un altro consiglio utile. Sebbene le cause scatenanti del singhiozzo nei neonati non siano sempre evidenti, si riconduce il disturbo a frequenti crisi di pianto che favoriscono l’immissione di una quantità eccessiva di aria, cambi repentini di temperatura, immaturità del processo digestivo e, come detto, eccessiva voracità e rapidità di assunzione del latte.

Il singhiozzo può presentarsi frequentemente, ma dura pochi minuti risolvendosi da solo, senza destare preoccupazioni fondate. Se si ripropone continuamente e dura anche uno o due giorni, però, la situazione diventa più complicata e richiede l’esclusione ad opera del pediatra di altre patologie. Aiutare il piccolo a rilassarsi è il primo passo per favorire la soluzione del disturbo, ma risultano utili anche una nuova poppata se è passato del tempo da quella prima oppure qualche cucchiaino di acqua tiepida per ridurre le contrazioni del diaframma con la deglutizione. Provare ad evitare il singhiozzo è una strategia importante, magari seguendo una alimentazione corretta scegliendo il latte più indicato - perché meglio tollerato - per il piccolo. I consigli del pediatra, come sempre, si riveleranno fondamentali per le scelte da effettuare a tutela del benessere del proprio pargolo.

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