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TI.MAMMENeonati: le cinque esse contro le crisi di pianto

13.04.22 - 07:00
Far smettere di pianger i più piccoli richiede pazienza e comprensione, ma non è impossibile
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Neonati: le cinque esse contro le crisi di pianto
Far smettere di pianger i più piccoli richiede pazienza e comprensione, ma non è impossibile

La gestione di un bambino, a tutte le età, può essere parecchio impegnativa soprattutto fuori casa, quando gli stimoli sono diversi ed imprevedibili ed anche lo stato emotivo del piccolo può essere sottoposto a diverse sollecitazioni che spaziano dalla sorpresa all’eccitazione, senza dimenticare ansia e persino paura. Le reazioni dei pargoli, di conseguenza, possono essere molto differenti, anche se spesso sfociano in pianto. Lacrime per tutto: rabbia, delusione, insofferenza, ma anche dolore, fame, sete, sonno. Sino ad una certa età, infatti, la forma di comunicazione più usata dai piccoli è proprio il pianto che non è, evidentemente, prerogativa dei neonati. Cosa fare, quindi, se il bimbo scoppia a piangere in pubblico? Eh già, perché se in casa la faccenda è di più rilassata gestione, fuori dalle mura domestiche subentra anche l’ansia del genitore che teme di procurare disturbo e fare brutta figura. In un ristorante o a bordo di un aereo un pargolo che comincia a fare i capricci, in un crescendo di urla e lacrimoni senza controllo, può infastidire i vicini di tavolo, di posto e non solo che, ovviamente, non si soffermeranno ad elucubrare sulla fase di sviluppo della sfera emozionale del cervello infantile di quella che, ai loro occhi ed in quel momento, è un’assordante sirena portuale dalle sembianze umane.

La verità è che il pianto serve, a qualsiasi età, per liberarsi da un’emozione e scaricare tutte le tensioni da essa derivanti e, anche se è difficile da gestire e sopportare, quel pianto andrebbe accolto e compreso. Insomma, il bisogno di spegnere gli strepiti del neonato andrebbe evitato, lasciando spazio a tanta pazienza ed altrettanta calma per rasserenarlo ed aiutarlo ad eliminare la causa di quel suo stato emotivo. Quando il bambino è così piccolo da non poter spiegare a parole la causa del suo pianto, solo l’intuito materno ed un’attenta osservazione possono aiutare a capire quale sia il motivo di quella crisi di pianto (fame, caldo, disagio). Attenzione, però, perché potrebbe non esserci alcun bisogno fisiologico ed il pianto del neonato potrebbe essere solo esternazione dello stato emotivo della mamma nei giorni precedenti. Incredibile, ma vero, infatti, i piccoli possono assorbire le emozioni delle mamme che anche se trattengono stanchezza, tristezza o rabbia non possono impedire che i propri stati d’animo vengano percepiti ed incamerati dai propri pargoli. Al sicuro, in un ambiente familiare, questa introspezione può essere fattibile, ma nei luoghi pubblici diventa necessario interrompere quel pianto, soprattutto se non si può andar via.

Il ciuccio diventa una sorta di interruttore volante: se gli inglesi lo chiamano pacifier (pacificatore), ci sarà un motivo! Oppure c’è la possibilità di puntare sulla «regola delle 5 S»: swaddling, side/stomach, shushing, swinging e sucking, strutturata dal pediatra dei vip di Hollywood, Harvey Karp. La prima esse in italiano significa fasciatura, quella da simulare tenendo il neonato in lacrime con le braccia ferme lungo i fianchi – proprio come se fossero fasciate – e le gambette libere. La seconda indica il fianco o lo stomaco, posizioni dall’effetto rasserenante, da cambiare prima che il bambino si addormenti per evitare rischi di soffocamento. Il shushing, in realtà, evoca l’effetto calmante di un rumore capace di zittire il bambino: «ssshh» è un sibilo simile a quello dell’aspirapolvere acceso ed è lo stesso nel quale il neonato era avvolto nel pancione. Individuare il rumore calmante – rumore bianco - è efficace per calmare le crisi di pianto ed in rete sono disponibili simulatori e persino app che ne propongono una buona varietà. Oscillare e succhiare sono le ultime due esse: cullare il neonato tra le braccia con movimenti brevi e veloci – così da evitare l’insorgenza di fastidiose coliche – o rifilargli qualcosa da succhiare (ecco che torna il ciuccio!). Ogni neonato, ovviamente, è diverso e quindi si potrà individuare la esse più efficace in ogni singolo caso. Buona fortuna!

TMT (ti.mamme team)

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