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TI.MAMMEFigli unici e luoghi comuni

20.11.21 - 08:00
Egoisti e viziati, ma anche soli: come risolvere gli stereotipi
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Figli unici e luoghi comuni
Egoisti e viziati, ma anche soli: come risolvere gli stereotipi

Quella dei figli unici è una realtà popolata da numerosi luoghi comuni che vanno dall’egocentrismo all’essere viziati passando, inevitabilmente, per l’idea di solitudine. Gli stereotipi che si sprecano possono avere un fondamento di verità, compreso quello dell’essere più solo visto che spesso i figli unici hanno genitori più impegnati ed assenti così da creare un contesto affettivo più scarno che potrebbe innescare comportamenti ricchi di risentimento e rabbia. Cosa è possibile fare, quindi, per migliorare la situazione? Prima di tutto è necessario arricchire la condizione sociale dei figli unici, favorendo le loro attività di gruppo con i coetanei. Sino a quando i piccoli non entrano in contatto con la realtà di altri nuclei familiari non hanno motivo di vivere una sensazione di solitudine. Crescendo, però, i bambini scoprono famiglie con più figli e possono arrivare a chiedere a mamma e papà un fratellino o una sorellina, ovvero la manifestazione del desiderio di avere una compagnia quindi un bambino della loro età con il quale giocare, non immaginando di ritrovarsi al cospetto di un neonato con il quale non sarà possibile giocare.

Per aiutare i figli unici a crescere serenamente anche sul piano emotivo ed affettivo, gli esperti consigliano ai genitori una buona apertura verso tutti i contesti nei quali il proprio figlio possa socializzare e rapportarsi con i propri coetanei, il nucleo familiare con un unico figlio deve avere un dosaggio di attenzioni calibrato per evitare esclusività e, quindi, una concentrazione quasi ossessiva su quella creatura che potrebbe anche limitarne lo sviluppo dell’autonomia. Quest’ultima, al contrario, deve essere particolarmente stimolata proprio come se insieme a lui ci fossero altri figli ed ognuno dovesse acquisire competenze ed abilità personali. Il consiglio sovrano, però, rimane quello di favorire la socializzazione del bambino così da «sganciarlo» da mamma e papà e sentirsi meno isolato in un mondo fatto di adulti, donandogli al contempo la capacità di imparare a mettersi nei panni altrui confrontandosi con i coetanei e le loro esigenze.

TMT (ti.mamme team)

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