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L'OSPITEFiume Ticino e deflussi minimi: i conti non tornano!

27.09.12 - 10:25
Stefano Fraschina, Deputato in Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi
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Fiume Ticino e deflussi minimi: i conti non tornano!
Stefano Fraschina, Deputato in Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi

In primo luogo, ci terrei a far notare che in sede commissionale, molto anzi troppo si è voluto incomprensibilmente limare e smussare per poter arrivare ad un rapporto condiviso all’unanimità.

Sia ben chiaro che personalmente non trovo molto comprensibile continuare ad usare i guanti di velluto nei confronti di AET in questo senso ma tant’è…

 

Innanzitutto va considerato il fatto che dal 1996 è stato introdotto l’obbligo della registrazione del catturato ittico su un apposito libretto. Questa modifica ha sicuramente permesso, mediante la preziosa e competente collaborazione tra l’Ufficio cantonale della Caccia e della Pesca e la Federazione Ticinese per l’Acquicoltura e la Pesca di monitorare e migliorare la gestione del pescato in generale e soprattutto studiare in maniera decisamente più approfondita gli ecosistemi acquatici compromessi. Se da un lato è corretto e preoccupante sottolineare che la percentuale del pescato lungo il fiume Ticino dal 1996 ad oggi ha fatto registrare un drastico calo pari al 70%, è prioritario e lungimirante tenere in considerazione le principali e sotto certi punti di vista inaccettabili cause che negli anni hanno portato ad una simile situazione di degrado.

 

Lo studio promosso dal Cantone è stato pubblicato e parla molto chiaro. Soprattutto nel tratto di fiume fino alla confluenza con la Moesa l’annosa problematica dei deflussi minimi risulta essere inequivocabilmente la causa principale del degrado biologico. I valori soglia prospettati dal Consiglio di Stato ormai da troppi anni non vengono raggiunti, di conseguenza un aumento del deflusso minimo rilasciato ed un dimensionamento visto proprio in quest’ottica dei centri di demodulazione dell’acqua, è il minimo che si possa pretendere, anche e solamente per dare una logica ed un senso a tutti gli interventi e gli investimenti previsti per migliorare lo stato di salute del fiume Ticino. La commissione ha certamente preso atto delle delucidazioni che comunque secondo il mio personale punto di vista lasciano decisamente il tempo che trovano, in merito al rilascio dei deflussi minimi da parte di AET ed auspica di conseguenza che tutte le centrali idroelettriche del Cantone Ticino si avvicinino il più possibile all’Ordinanza Federale in materia di deflussi.

 

Se cosi non fosse risulta abbastanza lapalissiano il fatto che gli sforzi e gli interventi destinati alla diversificazione ecomorfologica del corso d’acqua mediante la posa di massi ciclopici e di piante lungo gli argini che permetteranno una miglior qualità dell’habitat per la fauna ittica, non potranno raggiungere gli importanti obiettivi prefissi. Da troppi anni queste domande e queste esplicite richieste meritano adeguate risposte, ed il tempo passa… Insomma, sintetizzando e contestualizzando la problematica in oggetto si deduce che la strada intrapresa è sicuramente quella giusta, ma in futuro sarà necessario e di basilare importanza che tutti gli attori coinvolti in questa delicata tematica si pongano quale obiettivo il miglioramento dello stato di salute del fiume Ticino e di conseguenza remino tutti nella giusta direzione. Va inoltre ricordata e sottolineata l’ottima collaborazione in atto tra l’Ufficio cantonale della Caccia e della Pesca ed i pescatori ticinesi, un principio imprescindibile che ha già fatto registrare importanti modifiche in merito al regolamento d’applicazione sulla pesca (aumento della misura minima della trota e del temolo a partire dal 2012 ed il continuo monitoraggio della problematica legata alla predazione della fauna ittica da parte dei cormorani) e che porterà sicuramente a buoni risultati di prospettiva.

 

In conclusione, ringraziando il Consiglio di Stato per gli sforzi intrapresi nel cosiddetto “Progetto Fiume Ticino”, accolgo con soddisfazione l’approvazione al messaggio in oggetto. Un passo importante che comunque da solo non può bastare. In futuro servirà chiarezza e soprattutto intransigenza nei confronti di chi, non rispettando determinate leggi ed ordinanze, mette a repentaglio lo stato di salute di un ecosistema di inestimabile valore e vanifica gli sforzi e gli investimenti intrapresi e stanziati. 

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