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MATTEO MUSCHIETTICambiamento climatico: che piante resisteranno nel Mendrisiotto?

17.11.22 - 07:00
Matteo Muschietti, sentinella dell'ambiente
Matteo Muschietti
Cambiamento climatico: che piante resisteranno nel Mendrisiotto?
Matteo Muschietti, sentinella dell'ambiente

Siamo alla metà di novembre. I prati sono di un verde irlandese, che pare di essere al mese di aprile. Le temperature per la stagione sono miti. Intento a lavorare in giardino mi sono posto diverse domande.

La bella stagione appena passata ha lasciato diversi segni. Ho perso due abeti rossi che non hanno resistito all'estate secca, priva di piogge. Il faggio rosso che da quarant'anni si elevava maestoso, in luglio ha perso
tutte le foglie ed era lì lì per morire. È Stato salvato dal temporale di agosto ed ha ripreso vita. Le tre betulle sotto le quali mi riparavo per cercare un po’ di frescura, in agosto sono diventate tutte gialle e hanno iniziato a perdere le foglie. Ora sono lì, spoglie, e bisognerà attendere la primavera per vedere se germoglieranno di nuovo. È stata un'estate veramente secca, priva di precipitazioni soprattutto qui nel Mendrisiotto, con temperature caldissime. Tutto il mondo vegetale ne ha sofferto e tanti alberi sono seccati.

Alla luce di quanto successo mi chiedo che piante mettere a dimora per il futuro, quali alberi resisteranno a questo nuovo clima sempre più arido. Tutto lascia presagire che l'estate scorsa non sia da considerare come un’eccezione, ma piuttosto come una regola per il futuro. Sarebbe auspicabile che lo Stato intervenga per consigliare che tipo di alberi potranno crescere e svilupparsi qui nel Mendrisiotto con queste nuove scomode regole, consigliando ai cittadini come procedere per il futuro.

Da parte mia dovrò sostituire gli abeti rossi, probabilmente le betulle, e sarei contento che mi si dicesse che tipo di piante si possono mettere a dimora nel nostro distretto. Un'idea me la son fatta, gli ulivi che ho nel mio giardino hanno retto benissimo l'estate e hanno dato frutti abbondanti. Forse è giunto il momento di intensificare la piantagione di ulivi, che oltre ad essere l'albero della pace (ne abbiamo bisogno anche in Ticino), sembrano resistere bene a questa fase del cambiamento climatico.

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COMMENTI
 

Robi64 1 anno fa su tio
buongiorno a stabio in zona santa margherita la confederazione sta facendo questo tipo di test ... sul posto ci sono le varie spiegazioni....

chris76 1 anno fa su tio
Risposta a Robi64
esatto. l'articolo sembra critico verso lo Stato ma in realtà ci si sta muovendo su più fronti proprio per capire come affrontare questi cambiamenti climatici.

F/A-19 1 anno fa su tio
Mettiamo giù bananeti, palme da cocco e avocados, al posto dell’erba consiglio sabbia da fiume e qualche conchiglia qua e là, potremmo usare quelle collezionate in tanti anni di estati al mare. Ombrellone e sdraio sempre a portata di mano....

Emib5 1 anno fa su tio
Prendendo esempio dalle Canarie e altri paesi caldi e secchi, ho deciso di sostituire in primavera il prato con la gramigna, specie che è molto resistente e non avrà più bisogno di innaffiature regolari.

Fiamma77 1 anno fa su tio
Certamente il tipo di piante più indicate per un clima caldo è secco è importante … ma lo è ancora di più dotarsi di un buon sistema di raccolta dell’acqua piovana. Io ho salvato tutto il giardino grazie alla bonza interrata da 10’000 litri … un po’ caro il dispositivo ma ne è valsa la spesa 😉
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