Pierluigi Zanchi, Consigliere comunale e imprenditore Locarno
Come molte persone sono preoccupatissimo della situazione che stiamo vivendo da un anno.
L’emergenza Covid-19 e le sue infinite varianti sta mettendo in ginocchio la popolazione e il nostro Paese dal profilo sociale, umano ed economico.
Politicamente sono state prese decisioni che di fatto hanno causato e causeranno gravi problemi, difficili da risolvere con il sistema economico/finanziario attuale.
Purtroppo non potranno essere i Comuni e i Cantoni a risolvere questi problemi.
È forte il rischio di cadere in una catastrofica disfatta sociale e imprenditoriale, cancellando nel contempo diritti, libertà e democrazia così faticosamente acquisiti negli ultimi due secoli.
L’urgenza sanitaria che tocca circa l’1% della popolazione rischia di far collassare il restante 99%.
Non vi sono soluzioni indolori che permettano a cittadinanza e aziende (tutte) di poter continuare ad onorare con serenità i contratti d’affitto, di cassa malati, i salari (al 100%), l’acquisto dei beni necessari per vivere, le varie bollette (energia, comunicazioni, ecc.) e la possibilità di continuare a studiare e creare posti di lavoro.
Pare che al solo settore della gastronomia andrebbero 600 milioni al mese per le spese vive (affitti e oneri assicurativi).
Gli attuali contributi sono purtroppo nettamente insufficienti, complicati da ricevere (visti i costanti cambiamenti delle direttive pandemiche) e discriminanti; generano così ancor più frustrazione e risentimenti nei confronti delle autorità. Contributi che peseranno non poco sulle finanze future dei vari enti, riducendo drasticamente nel contempo la possibilità per molte aziende e famiglie di risollevarsi, ipotecando gravemente il futuro delle prossime generazioni.
Chiedo pertanto ai deputati ticinesi a Berna di formulare un atto parlamentare d’urgenza al Consiglio Federale che gli permetta d’emettere, per il tramite della nostra Banca Nazionale, tutto il denaro necessario a coprire i costi causati dalle decisioni politiche riguardanti la pandemia; denaro tra l’altro esente da debito e interessi.
I soldi arriverebbero subito a chi ha dovuto forzatamente chiudere, perdendo il lavoro e in difficoltà per pagare quanto prima citato. I soldi erogati rientrerebbero immediatamente nel circuito economico nazionale, mantenendo in vita tutte le attività produttive, permettendo nel contempo a tutti di onorare i loro impegni contrattuali. Con i soldi elargiti non vi sarebbero perdite nemmeno a livello delle imposte comunali, cantonali e federali; cosa che invece ci sarà nei prossimi anni a venire se non si interviene in tal senso. Una situazione che nessuno si augura ma che purtroppo darà molti grattacapi a chi sarà chiamato a gestire i vari enti e che rischia di far esplodere violentemente reazioni imprevedibili da parte di popolo e aziende.
Per ricevere il denaro necessario a pagare affitto e oneri assicurativi basterebbe presentare la copia dei contratti; senza tutte quelle complicate procedure che aumentano invece di diminuire.
Non vi è neppure il rischio d’inflazione siccome i soldi erogati corrispondono a quanto economicamente veniva prodotto prima della pandemia.