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L'OSPITEL’ignoranza di tre locarnesi

21.03.20 - 19:36
Matteo Muschietti
Matteo Muschetti
L’ignoranza di tre locarnesi
Matteo Muschietti

 

Tre signori che non conosco mi hanno fatto rabbrividire per le loro sparate contro il bene pubblico, con il pretesto di voler preservare i diritti democratici, come se fossimo nel medioevo con monarchi capricciosi che vogliono il nostro male... E dire che fanno parte di quelli che si presentano tra le schiere di chi il bene pubblico vuole amministrarlo. La libertà di opinione resta ed è sacrosanta. Ne approfitto dunque per esporre la mia, visto che Fiorenzo Cotti, Annie Griessen Cotti e Pierluigi Zanchi hanno chiaramente detto la loro, sentendosi oltraggiati per il rinvio di un diritto inalienabile come le elezioni comunali.

Premettendo che vivendo in una situazione normale avrebbero tutti le ragioni di difendere a spada tratta un diritto maturato in lunghi anni di lotta verso il sistema democratico in vigore, forse bisognerebbe spiegare a questi signori, feudo dei diritti civili, che con una società in crisi e intenta a battagliare con un nemico comune relativamente nuovo e che ci ha colti impreparati, forse sarebbe saggio dapprima fare il possibile per preservare la società, poi pensare ai vari imbellimenti di quest’ultima. È come se un contadino si incazzasse a morte perché non può coltivare bio su un terreno che sta bruciando e cominciasse a fare comizi per spiegare quanto sia importante un’agricoltura senza pesticidi mentre il fuoco divampa. Non dovrebbe prima fare di tutto per spegnare l’incendio e poi, con un terreno salvato e nuovamente pronto alla coltura, continuare con la sua campagna? È bene coltivare bio, si rispetta la natura, si produce in modo sostenibile, non si fanno ingerire porcherie al consumatore... ma se non c’è il terreno per coltivare, a che cosa serve il bio? Se la società va male e le priorità di base non sono più garantite, a che cosa serve la democrazia?

Certe restrizioni, fastidiose per tutti, sono messe in atto al fine di permettere di guadagnare tempo per le nostre strutture sanitarie, insufficienti, affinché non si trovino completamente travolte dagli eventi. Mancano personale, posti letto, ecc. e cercare di contenere un esubero di casi tutti insieme potendosi riorganizzare il più possibile non è una legge marziale da due soldi che calpesta la democrazia, ma un tentativo di soluzione. Se le elezioni comunali sono un altrettanto efficace soluzione alla propagazione del virus, allora andiamo tutti a votare domani!

Insomma, invece di impugnare una decisione già di per sé dolorosa e difficile, questi signori farebbero bene ad impugnare il cervello e a provare ad usarlo. E dire che nel loro testo, cito, dicono che «una situazione grave e straordinaria necessita misure mirate, intelligenti,... ». Fa piacere constatare che nel loro vocabolario la parola “intelligente” esiste. Non resta che imparare ad usarla e il gioco è fatto!

 

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