Paolo Ortelli, granconsigliere
Iniziativa generica per la modifica della legge sull’Ente ospedaliero cantonale. “Consiglio d’amministrazione dell’EOC: basta la ripartizione delle poltrone tra PLRT, Lega. PPD e PS. Ecco, l’uovo di Colombo MPS-POP-Indipendenti per “risolvere” e ancora una volta appagare l’emotività legata alle recenti vicende di rielezione dei membri del CDA dell’Ente ospedaliero cantonale. Membri che a oggi, lo ricordiamo, sono nominati dal Gran Consiglio su proposta del Consiglio di Stato secondo l’articolo 13 della Legge sull’Ente ospedaliero cantonale.
La ricetta di Pronzini e compagni sembra essere così semplice da affascinare, e qualche deputato in commissione, in una recente audizione, sembra già aver abboccato.
In estrema sintesi si vorrebbe che i seggi vengano attribuiti nella seguente modalità:
1 seggio in rappresentanza del Consiglio di Stato (il Capo dipartimento o altro membro)
2 seggi in rappresentanza del personale (eletti a scrutinio segreto da assemblea del personale)
4 seggi per donne e uomini con esperienza e competenza in ambito sanitario e ospedaliero (candidatura libera a concorso pubblico).
Tutto bene? Non credo proprio. Infatti sono molte le implicazioni che stanno dietro a questa volontà di cambiare paradigma.
In generale siamo di fronte all’ennesimo atto di delegittimazione della politica e del suo ruolo, tanto da farmi pensare che, in questo Cantone, ormai si sia definitivamente deciso di vivere la politica come un male necessario senza chiedere e pretendere dalla stessa che si assuma a pieno le responsabilità affidagli ai diversi livelli istituzionali dai cittadini. Una politica, e una certa parte del parlamento, che spende più tempo ed energie nel delegittimare il lavoro e la ricerca di soluzioni di consenso, che a dedicarsi anima e copro ai veri problemi del sistema paese.
Ma andiamo con ordine. In primo luogo con questa richiesta si danno per scontate perlomeno tre cose:
Abbiamo veramente tutti definitivamente rinunciato alla speranza che la politica riesca ancora a trovare le migliori, perché condivise e praticabili, soluzioni possibili? Non è forse più logico pretendere dalla stessa un maggior rigore senza proporre quale unica soluzione il suo continuo scavalcamento?