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L'OSPITEMarco Solari e la società aperta

22.08.19 - 15:00
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR
Keystone (archivio)
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR
Marco Solari e la società aperta
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR

Ho assistito ieri a Berna alla cerimonia di consegna del prestigioso premio della Fondazione Bonny per la libertà a Marco Solari. La Fondazione è stata creata dall’ex Consigliere nazionale Jean-Pierre Bonny nel 2014 e il suo scopo statutario consiste nella promozione della libertà e dell’economia di mercato. Dalla sua costituzione la Fondazione ha premiato note personalità che si sono distinte per i loro sforzi a favore del rafforzamento della libertà, come Beat Kappeler, Moreno Bernasconi, Silvio Borner, Suzette Sandoz, Gerhard Schwarz e Peter Gomez. Nella sua ispirata laudatio Beat Brechbühl (vicepresidente del consiglio di fondazione) ha rilevato che il premio di quest’anno vuole riconoscere nuovamente l’impegno di un Ticinese che da molti anni si batte instancabilmente per promuovere il principale tra i diritti fondamentali dell’individuo in una società liberaldemocratica. E infatti è proprio così: Marco Solari nella sua ormai pressoché ventennale funzione di presidente del Locarno Film Festival si è sempre adoperato per la difesa dell’indipendenza e dell’autonomia artistica della rassegna cinematografica più importante della Svizzera. Il Ticino può essere fiero di lui e gli deve molto. Grazie alla sua autorevolezza, al suo tatto e alla sua preziosa rete di conoscenze, Solari è riuscito in questi anni a consolidare e professionalizzare una struttura che agli esordi della sua presidenza rivelava ancora parecchie lacune organizzative e qualche improvvisazione di troppo. Interpretando per altro la volontà delle autorità cantonali, Marco Solari ha saputo rilanciare il Festival dall’inizio degli anni Duemila avviando il non semplice processo della sua aziendalizzazione a tutti i livelli, avvalendosi di una fenomenale squadra di collaboratrici e collaboratori che non hanno lesinato energie e dedizione. È stato un cambiamento profondo dei flussi lavorativi e della gestione finanziaria. Se i cinque principali sponsor privati hanno già confermato il loro impegno per i prossimi tre anni e se il Gran Consiglio approverà - come non ho motivo di dubitare - l’aumento del contributo finanziario quinquennale del Cantone è proprio grazie ad un lavoro collettivo, condotto con tenacia da direzione e presidenza. La stessa Confederazione ha del resto già riconosciuto concretamente questo impegno corale, incrementando il budget della sezione Open Doors di oltre il 50% attraverso l’aiuto della Direzione per la cooperazione e lo sviluppo del DFAE. Le cifre della 72esima edizione, appena chiusa, parlano da sole: 157'500 spettatori (+1,2%) durante gli undici giorni di proiezioni, 2'127 accreditati professionali, 1'039 rappresentanti dell’industria cinematografica e 855 tra giornalisti e fotografi accreditati, senza parlare delle ricadute economiche sull’intera regione. Raphaël Brunschwig, capace direttore operativo, non potrà riposarsi sugli allori ma può dirsi soddisfatto del lavoro sin qui svolto.

Grazie al suo Festival, la Città di Locarno è assurta nel corso di tutti questi anni a baluardo della libertà di espressione artistica, sociale e politica, irradiando tutto il Paese con la luce della cultura cinematografica. Non solo città della pace quindi, ma anche della creatività umana, dell’apertura e del confronto. Marco Solari, con la sua solida cultura umanistica, è il garante della libertà di cui deve continuare a beneficiare la direzione artistica nelle sue scelte. È lui che la tiene al riparo da condizionamenti esterni, affinché il Festival non tradisca mai la sua vocazione pluralista, libertaria e innovativa. E di fronte a certe tentazioni autoritarie dei nuovi nemici della società aperta, non è una garanzia da poco.

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