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L'OSPITENuove Officine FFS: accordo perdente

20.04.18 - 16:00
Bruno Storni
Tipress
Nuove Officine FFS: accordo perdente
Bruno Storni

Dopo l’intenzione nel 2008 delle FFS, sventato grazie allo sciopero delle maestranze, di chiudere la sede di Bellinzona, sembra si stia arrivando alla soluzione con la sottoscrizione di una Dichiarazione d’intenti da parte di FFS, Cantone e Comune di Bellinzona presentata a fine 2017.

FFS prevedono la costruzione di un nuovo Impianto Industriale dedicato alla manutenzione dei moderni elettrotreni, infrastruttura necessaria all’esercizio di gran parte dell'odierna flotta di treni passeggeri (Flirt, ETR 610) e del futuro (Giruno), treni non più composti da locomotive e vagoni ma composizioni uniche lunghe fino a 200 metri.

Per carri merci, sale (ruote) e locomotive, che è l’attività principale delle Officine, si sa solo che potrebbe sparire. Eppure in un opuscolo FFS del 2014 “Carri merci pronti per l’impiego” possiamo leggere: “Nello stabilimento industriale di Bellinzona viene eseguita la manutenzione pesante di 17 000 carri merci. Ogni anno vengono eseguite 2300 revisioni, 900 ordini di modifica, 500 riparazioni e la rigenerazione di 20 000 sale..”

Considerati gli sviluppi del traffico merci - nella Galleria di base del Gottardo sono riservate 252 tracce/giorno (!!) per treni merci contro i 70 treni merci che attraversano la galleria attualmente – si prevede quindi una crescita importante del traffico merci su ferrovia, ci si poteva quindi attendere una crescita del parco carri merci e relative esigenze di manutenzione.

Dimezzamento posti di lavoro - FFS manterrà quindi un’Officina in Ticino, ma con metà delle maestranze di oggi. L’investimento previsto: 360 mio, Cantone e Città sono chiamati alla cassa per 120 mio.

Oltre a questo forte riorientamento anche occupazionale, a destare molte perplessità è la questione sedime, del quale, una volta chiuse le officine andrebbero 4.5 ettari a Cantone e Città per la realizzazione di un Parco tecnologico, mentre alle FFS rimarranno circa 8 ettari a scopi immobiliari.

Nel accordo si giustificano i 120 mio per cofinanziare l’investimento FFS nel nuovo impianto industriale in cambio dei 4.5 ettari.

Prezzo troppo elevato - Considerato che le FFS se vorranno adattarsi alla manutenzione di elettrotreni dovranno comunque realizzare un impianto industriale in Ticino o in altra parte della Svizzera (a meno di subappaltare a privati), ci si chiede perché dovrebbe essere un Cantone a partecipare in modo così importante al suo finanziamento. Non sono al corrente se Cantoni o Città abbiano già finanziato infrastrutture a aziende federali: Posta, Swisscom, Armasuisse, Ruag o appunto FFS. Al massimo capita di metterci il terreno, come per il CSCS a Lugano. Città e Cantone potrebbero quindi pagare quei 35 milioni che FFS ritiene sia il costo per l’acquisto del terreno delle nuove officine, in cambio della cessione del sedime attuale. Se deduciamo questi 35 mio i 4.5 ettari per il Parco Tecnologico costano a Cantone Città 85 mio, cioè 1888 Fr/mq.

A titolo di paragone il sedime dell’aeroporto militare di Dübendorf diventato Swiss Innovation Park SIP , è stato ceduto in diritto di superficie dalla Confederazione a titolo de facto gratuito (incasso viene reinvestito nella Fondazione SIP), altrimenti, a 1888 Fr/mq come abbiamo calcolato per il sedime di Bellinzona nell’accordo in questione, sarebbe costato 1.3 miliardi.

Greater Zuerich Area? - 

Che poi per lo sviluppo del Parco tecnologico, si faccia capo all’agenzia di marketing territoriale GeaterZürichArea GZA è un altro grande punto interrogativo.

Da anni il Cantone, attraverso varie iniziative, promuove insediamenti di nuove attività industriali e non: dalle Zone industriali d’interesse cantonale (Biasca, Riazzino, risultati?) alla promozione della formazione USI, SUPSI, 71 Istituti di ricerca, ai tecnopoli Manno, Chiasso e prossimamente il polo meccatronico a Locarno e, per rimanere in tema, il Centro di competenze mobilità sostenibile e ferroviaria Officine FFS.

Il promovimento economico cantonticinese ha vissuto prevalentemente sul gap istituzionale italo-svizzero, in particolare fiscale, sull’ampia disponibilità di aree industriali, e sugli accordi di libera circolazione delle persone, risultato: qualità poca, traffico molto e dumping salariale (22 Contratti normali di lavoro).

Ora si pretende di sviluppare un ennesimo Parco tecnologico aderendo all’agenzia di promozione economica GZA istituita dal Canton Zurigo per un territorio in un raggio di 60 minuti dall’aeroporto di Zurigo. GZA, come tutte le simili agenzie cantonali non ha mai convinto molto e ha perso pezzi: il Canton Argovia è uscito da tempo mentre si è allargata con Uri a 8 cantoni (ZH,ZG,SH,GR,SV,SO,GL).

Inserire la GZA nell’accordo equivale a dire che acquistiamo biglietti Swisslos (costo annuo adesione GZA) con in palio, forse, qualche insediamento in Ticino.

L’esempio del Centro di competenze per il quale in GC abbiamo votato 2 mio a fondo perso 4 anni fa, e che avrebbe dovuto acquisire nuove attività per le Officine, dimostra quanto siano difficili queste operazioni; stupisce quindi rivedere nel accordo il Centro di Competenze assieme a GZA, incaricati dello sviluppo del Parco tecnologico.

A fronte di un costoso Parco tecnologico (non dimentichiamo il costo dell’edificazione) senza alcuna garanzia di sviluppo, abbiamo invece un’interessantissima operazione da 8 ettari per FFS Immobili. Sappiamo che, come da mandato Federale FFS Immobili è gestita con profitto con oltre 400 mio di utile annuo, ma non per questo dobbiamo accettare tutte le condizioni che impone. Il plusvalore e i progetti immobiliari sugli 8 ettari dell’attuale sedime industriale possono contribuire al finanziamento del nuovo impianto industriale di cui comunque le FFS necessitano se vogliono lavorare con materiale rotabile moderno.

Accordo da migliorare - Chiaramente il problema è complesso, FFS cargo in perdita con l’opzione manutenzione carri dove costa meno, vedi Paesi dell’est e FSS Immobiliare che deve far rendere al meglio il proprio patrimonio immobiliare, condizioni che hanno portato ad un accordo molto squilibrato che va corretto in sede politica.

Concretamente il Parco tecnologico va inserito nella rete Swiss Innovation Park per la quale la Confederazione ha stanziato 340 mio, e quindi va finanziato come gli altri, inoltre dobbiamo garantire la continuità delle attuali attività nel nuovo impianto industriale.

Dobbiamo considerare le FFS come una azienda pubblica con un mandato di trasporto pubblico, che adotti un'equa distribuzione regionale di infrastrutture e posti di lavoro considerando anche che il Ticino è attraversato dal principale asse di transito che occupa importanti fette di territorio.

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