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L'OSPITELa storia dimostra che gli sgravi fiscali li paga la maggioranza della popolazione

19.04.18 - 18:00
Sindacato Unia
TiPress
La storia dimostra che gli sgravi fiscali li paga la maggioranza della popolazione
Sindacato Unia

“I milionari e le grandi imprese finanziano la socialità”. È la favola che il Consiglio di Stato continua a raccontare nella campagna referendaria sulla riforma della Legge tributaria in votazione il prossimo 29 aprile, nel tentativo di convincere i cittadini della necessità di concedere 52,5 milioni di regali fiscali a pochissimi privilegiati. La realtà è però un'altra e a dimostrarlo sono gli effetti dell’ultimo di una lunga serie di pacchetti di “riequilibrio delle finanze cantonale”, presentato esattamente due anni fa di questi tempi. Una manovra da 185 milioni di tagli e nuove tasse che la popolazione ha pagato e sta continuando a pagare.

Anche nel 2016, come succede oggi, le misure di risparmio venivano definite “equilibrate”, “attuabili” e “sopportabili”. Il pacchetto comportava oltre 40 milioni di tagli per gli assegni integrativi e di prima infanzia, una riduzione delle prestazioni nella formazione professionale e l’abolizione di indennità straordinarie di disoccupazione. Altri 35 milioni di risparmi riguardavano invece i settori dei sussidi di cassa malattia, dell’assistenza sociale e delle prestazioni complementari. Senza contare che nel contempo venivano ridotti i salari dei dipendenti pubblici e si programmava la chiusura di uffici regionali dell’amministrazione.

Questi e altri interventi non elencati hanno causato un aumento record del 12,7% delle persone in assistenza in un solo anno e il taglio dei sussidi di cassa malattia a oltre 20'000 beneficiari. Un dissanguamento che pesa ancora oggi sulle spalle delle cittadine e dei cittadini ticinesi.

E come se non bastasse, oggi si vorrebbero convincere le stesse cittadine e gli stessi cittadini a “digerire” una riforma fiscale, resa possibile dai sacrifici imposti in precedenza alla maggioranza della popolazione, che va ad esclusivo vantaggio del 4% dei contribuenti (quelli che possiedono oltre 1,38 milioni di sostanza) e delle grandi imprese fortemente capitalizzate.

Il sindacato Unia Ticino giudica irresponsabile proseguire con queste politiche, che la storia dimostra essere responsabili dell'impoverimento della maggior parte della gente. Per mantenere il substrato fiscale e ridurre le spese sociali occorre sostenere il potere di acquisto attraverso salari dignitosi e una politica per il rilancio dell’occupazione basata su criteri qualitativi. Continuando invece a puntare sull'attrattività fiscale per imprese che pagano salari da fame, non si fa altro che peggiorare ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro nel nostro cantone.

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