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L'OSPITEPrima i nostri… diritti del lavoro!

22.02.18 - 06:00
Massimiliano Ay, deputato in Gran Consiglio per il Partito Comunista
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Prima i nostri… diritti del lavoro!
Massimiliano Ay, deputato in Gran Consiglio per il Partito Comunista

In Gran Consiglio ho sentito parlare di salari bassi, di dumping, di precarietà sociale, ecc. proprio da quella parte politica che si è sempre opposta all’estensione delle misure di accompagnamento, che si è opposta ai salari minimi legali, e che continuamente chiede di tirare la cinghia in ambito sociale.

E adesso si vuole ancora illudere i cittadini favorendo la guerra fra poveri, a tutto vantaggio di un padronato (anche e soprattutto) nostrano che dalla deregolamentazione del mercato del lavoro ha tratto solo profitto.

Prima i nostri? Ma quanto i promotori di questa iniziativa hanno privatizzato i nostri servizi pubblici con relativi licenziamenti hanno pensato ai nostri o al grande capitale globalizzato?

Prima i nostri? Diciamo che ne possiamo riparlare quando chi oggi illude i cittadini a ridosso delle elezioni, inizierà ad accettare di frenare la libera circolazione dei capitali (da cui la libera circolazione della manodopera è solo una conseguenza).

Quando il patriottismo relativo della destra sarà effettivo, cioè quando difenderà sul serio i nostri diritti sociali, quando intensificherà gli investimenti nella formazione e nella ricerca pubblica (su cui invece oggi chiede più risparmi), e quando chiaramente dirà che l’alternativa all’UE è solo la cooperazione multipolare (quando invece propone di tagliare nella politica estera), allora si potrà fare qualcosa. Altrimenti stiamo qui a parlarci addosso, scontrandoci fra l’altro con il diritto federale.

Senza andare al fondo del problema e cioè mettere mano a un diritto del lavoro svizzero fra i più scarni d’Europa non si risolvono i problemi. Ma quando si dice questo, subito la parte politica che di solita si erge a difesa di quell’anarchia del mercato nascosta dalla libertà del padronato di fare quello che vuole, vi si oppone.

Il Partito Comunista chiede che la politica venga prima dell’economia, che i diritti dei lavoratori siano preponderanti rispetto alla libertà imprenditoriale, che lo Stato pianifichi lo sviluppo economico e che la Svizzera diversifichi al massimo i proprie partner commerciali per non dover più dipendere economicamente dall’UE.

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