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L'OSPITE5 giugno: NO alla dannosa iniziativa “pro service public”

12.05.16 - 18:00
Sem Genini, segretario agricolo cantonale
Tipress
5 giugno: NO alla dannosa iniziativa “pro service public”
Sem Genini, segretario agricolo cantonale

È emblematico che nessun partito e nessun parlamentare a Berna sia favorevole a questa iniziativa, un fatto rarissimo. Malgrado ciò, gli ultimi sondaggi mostrano che ben il 57% di intervistati è favorevole. Se l’iniziativa dovesse essere accolta sarebbe un disastro per l’economia delle regioni di montagna, e non solo per la Posta, la Swisscom e le FFS, che sono datori di lavoro importanti in tutta la Svizzera (>100’000 lavoratori e >4’300 apprendisti). Il titolo dell’iniziativa è fuorviante, sebbene sia affascinante, e il testo è pericoloso ed esige l’esatto contrario di quello che i promotori fanno finta di porsi come obiettivo. Essa tocca sia le città che gli spazi rurali, minacciando soprattutto i servizi di base attuali nelle zone periferiche e la solidarietà tra le regioni. Grazie ai finanziamenti trasversali, le aree urbane aiutano quelle periferiche ad avere a disposizione ovunque questi servizi con prezzi uniformi; un principio di solidarietà fondamentale che favorisce l’attrattività di tutte le regioni. La vita e le attività economiche delle famiglie contadine sono inevitabilmente legate al territorio, in particolare nelle zone periferiche, nelle valli e in montagna. Lo smantellamento delle prestazioni del servizio pubblico porterebbe a un’ulteriore perdita di posti di lavoro in queste aree, portando con sé effetti negativi gravi e rafforzando ancora di più la tendenza all’emigrazione e allo spopolamento.

L’iniziativa non offre alcuna soluzione ai problemi criticati dai promotori. Al contrario, vuole imporre una serie di divieti che indeboliranno le imprese incaricate di erogare servizi di base; non si migliora qualcosa con dei divieti, ma con proposte concrete, che qui mancano. Altresì, analisi indipendenti mostrano che i consumatori sono solitamente molto soddisfatti dei servizi di base, in nessun altro paese ci sono una rete così fitta e capillare di servizi postali e trasporti pubblici regionali, oltre a servizi a banda larga accessibili a tutti.
Anche le famiglie contadine necessitano di un accesso veloce ad internet per l’amministrazione ed il marketing delle aziende (p.es. piattaforme online per la vendita e l’acquisto di prodotti agricoli), di un servizio di posta affidabile per spedire i prodotti e di mezzi di trasporto pubblico efficienti. In Ticino ci sono numerose aziende agricole con vendita diretta (inclusi gli agriturismi), il numero più alto della Svizzera; chi acquisterebbe i prodotti se a causa dell’iniziativa la gente se ne andasse dalle zone di produzione e i turisti facessero fatica a raggiungerle? Le aziende del servizio pubblico sono importanti datori di lavoro, anche per molti agricoltori, come attrattive attività secondarie (solo ca. il 60% dei lavoratori in agricoltura sono a tempo pieno!). L’iniziativa però vieta a queste aziende di realizzare dei profitti e investire le risorse indipendentemente, chiede la rinuncia ai finanziamenti trasversali, la soppressione dei dividendi e delle imposte sugli utili, così come delle regole ferree per gli stipendi. Ciò toglierebbe ogni incentivo all’innovazione e la possibilità di investire nelle infrastrutture, creando anche una voragine di miliardi nelle casse federali, cantonali e comunali. Le misure di risparmio del Consiglio federale per compensare i mancati introiti toccherebbero direttamente, stiamone certi, anche il budget per l’agricoltura, un settore già sotto tiro. Dunque non distruggiamo il futuro e quanto abbiamo faticosamente già raggiunto. Non tiriamoci una zappa sui piedi, votiamo NO a questa dannosa iniziativa!

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