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L'OSPITEDiritti popolari e aggregazione del Bellinzonese

10.10.15 - 10:40
Giorgio Ghiringhelli
Diritti popolari e aggregazione del Bellinzonese
Giorgio Ghiringhelli

Nel 2007 avevo lanciato un’iniziativa popolare intitolata “Per diritti popolari agevolati e flessibili nei Comuni” che , proprio anche per controbilanciare l’innegabile effetto negativo delle aggregazioni sui diritti popolari, mirava a rendere più agevole il lancio di referendum e iniziative popolari a livello comunale, e ciò sia diminuendo il numero di firme necessarie per rapporto al numero dei cittadini e sia aumentando il tempo a disposizione per la loro raccolta.

L’iniziativa riuscì e venne approvata con qualche modifica dal Gran Consiglio, e le nuove regole inserite nella Legge organica comunale entrarono in vigore in tutti i Comuni del Cantone verso la metà del 2009. Cos’era cambiato rispetto alla situazione precedente ? Se prima del 2009 per la riuscita di un referendum o di un’iniziativa occorrevano le firme del 20% dei cittadini aventi diritto di voto , ma al massimo 3'500 firme, a partire da quella data bastavano le firme del 15% dei cittadini (con un massimo di 3'000); se prima del 2009 il tempo a disposizione per la riuscita di un referendum era di 30 giorni e per la riuscita di un’iniziativa di 2 mesi, dopo quella data tali limiti vennero innalzati rispettivamente a 45 giorni e a 3 mesi. Fu un grosso miglioramento dei diritti popolari, anche se forse pochi se ne sono accorti (dato che non vi fu una votazione popolare) e ancor meno se ne ricordano.

Quindi quando si dice che le aggregazioni comportano un maggior numero di firme da raccogliere perché tale numero è strettamente legato al numero di cittadini con diritto di voto, si dice il vero; ma è anche giusto ricordare che rispetto a qualche anno fa la situazione è notevolmente migliorata per tutti i Comuni , e in particolare quelli ingrossatisi a seguito di un’aggregazione, grazie all’iniziativa popolare entrata in vigore dal 2009.

Particolare curioso : del comitato di quell’iniziativa facevano parte anche Luca Buzzi e Lauro Rotanzi, ossia gli attuali principali oppositori al progetto aggregativo del Bellinzonese.

Se in quella battaglia eravamo uniti, le nostre strade si sono poi divise, perché fu proprio il sottoscritto a lanciare nel marzo del 2012 l’iniziativa intitolata “Avanti con le nuove città di Locarno e Bellinzona”, che per il Bellinzonese proponeva esattamente la stessa aggregazione posta ora in votazione consultiva. Fino a quel momento nessuno nel Bellinzonese osava ancora parlare di un’aggregazione immediata di 17 Comuni. Uno studio di fattibilità presentato da alcuni sindaci pochi giorni prima del lancio dell’iniziativa definiva “irrealistico” un simile scenario e propendeva per una politica aggregativa a piccoli passi. Ma la riuscita dell’iniziativa, la cui originalità consisteva nel chiedere una votazione cantonale per l’aggregazione dei due agglomerati urbani sopracenerini, ebbe l’effetto di una scossa fra i politici che governavano i Comuni del Bellinzonese, inducendoli a sottoscrivere all’unanimità l’avvio di una procedura di aggregazione, forse per evitare che il destino della regione fosse nelle mani di tutti i cittadini del Cantone (molti dei quali contribuiscono con le loro imposte a rimpolpare tramite la perequazione intercomunale le deficitarie finanze di quasi tutti i Comuni bellinzonesi) .

Questa spada di Damocle di una possibile votazione cantonale fa meno paura oggi, visto che nel frattempo il Gran Consiglio ha decretato l’irricevibilità dell’iniziativa, e forse anche per questo motivo qua e là nel Bellinzonese all’entusiamo iniziale sta subentrando la paura del cambiamento. Ma attenti perché appena dopo la votazione consultiva del 18 ottobre dovrebbe arrivare la sentenza del Tribunale federale sul ricorso presentato due anni fa contro l’irricevibilità dell’iniziativa, e potrebbe anche esserci una grossa sorpresa e una doccia fredda per quei Comuni che avendo votato contro l’aggregazione pensavano di essere ormai al sicuro…

Insomma, mi sembra di aver dimostrato con i fatti, lanciando l’iniziativa per agevolare i diritti popolari nei Comuni, di essere molto sensibile a questo tema e di aver fatto qualcosa di concreto per limitare gli effetti negativi delle aggregazioni sull’esercizio dei diritti popolari. Eppure, al contrario degli amici Buzzi e Rotanzi, penso che per il bene di tutto il Cantone sia importante che anche nel Sopraceneri sorgano due città forti in grado di fare da contrappeso ai due grossi centri urbani del Sottoceneri. Ritengo insomma che i vantaggi superino gli eventuali svantaggi.

Ad esempio un’aggregazione come quella in discussione nel Bellinzonese consentirebbe di chiudere quei consorzi che ora sono necessari per gestire certi impianti o certi servizi ma che sono poco democratici in quanto contro le decisioni consortili non è possibile lanciare referendum e anche i vari Consigli comunale hanno poca voce in capitolo : e dunque ,da questo punto di vista, con un’aggregazione non solo vi sarebbe un miglioramento del controllo popolare e dunque un miglioramento della democrazia, ma pure un’accelerazione dell’iter decisionale, visto che non si dovrà più sprecare un sacco di tempo e di energie per mettere d’accordo 17 Comuni su ogni opera o servizio di carattere decisionale. Decisioni più rapide e referendabili, insomma !

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