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Le molte anime dei Deep Arte in un sole che brucia

MUSICALe molte anime dei Deep Arte in un sole che brucia

28.02.23 - 06:30
L'album della band luganese raccoglie e fonde una moltitudine d'influenze
DEEP ARTE
Le molte anime dei Deep Arte in un sole che brucia
L'album della band luganese raccoglie e fonde una moltitudine d'influenze

LUGANO - Qualche settimana fa vi avevamo già parlato dei Deep Arte, giovane band ticinese che si stava segnalando con il suo nuovo materiale prodotto per l'etichetta indipendente ticinese Safe Port Production.

È finalmente uscito "Giant Sun", l'album sul quale i Deep Arte hanno lavorato a lungo. Nove brani per poco meno di quaranta minuti, che rappresentano la visione artistica del gruppo. Il batterista Nicolas Pontiggia: «Quello che abbiamo cercato di raccontare sono alcune delle cose che succedono attorno al Sole». Il titolo del disco riprende quello di un brano già contenuto nell'album precedente ("Spazio", del 2022). «Ci siamo detti: "Facciamo finta di tornare indietro, ma in verità ci concentriamo su un singolo elemento". Se prima era lo spazio, ora è solamente il sole. Un sole gigante, tanto che è uno può chiedersi di che cosa si sta parlando. Invece è semplicemente il nostro astro, che brilla nel cielo».

Troviamo quindi i brani già usciti come singoli, "Sunny Today" e "Déi Vizi". Il brano iniziale, "Ammtzo", è una lunga introduzione che dà vita a «un brodo primordiale», spiega Pontiggia. «Da lì prende forma una sorta di coscienza, in origine primitiva e poi più sviluppata. Il tutto non in mezz'ora, ma in cinque minuti». Dopo aver rotto il ghiaccio, troviamo quindi i brani già usciti come singoli, come "Sunny Today" e "Déi Vizi". In "Project Rain" ci sono reminiscenze della stagione della psichedelia e dell'acid rock. La cifra stilistica dei Deep Arte non può fare a meno delle incursioni nel progressive rock ma è ampio il ventaglio delle influenze e dei territori visitati dal combo ticinese. Pontiggia tiene a sottolineare la presenza di «varie parti di sassofono interessanti», ma anche l'uso delle chitarre distorte e dell'elettronica. C'è poi tutto quel lato basato sulla sperimentazione nei suoni e nella forma-canzone. «Abbiamo addirittura due minuti di puro rumore».

Sulla copertina del disco campeggia una palla infuocata, riferimento al Sole. Ma anche qualcosa di meno scontato: un'orca assassina: «Nel disco si scoprirà che non è un animale così cattivo». 

Ai brani registrati in studio si aggiunge un videoclip, quello di "Noctis Élite". Vede impegnata la band in una sessione dal vivo, in un contesto particolare: quello di un sottopassaggio cittadino, in zona Gerra a Lugano. Le riprese sono state realizzate dal giovane videomaker Tobia Macchi. Una piccola chicca che va ad arricchire quanto fatto recentemente dalla band ticinese.

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