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PUPO A LUGANO«Non solo Putin, ho suonato anche per i mafiosi e non lo rinnego»

26.04.23 - 06:30
Pupo non si nasconde e si racconta al pubblico ticinese, in vista del suo prossimo concerto al Palazzo dei Congressi, sabato 29 aprile
PupoTv
«Non solo Putin, ho suonato anche per i mafiosi e non lo rinnego»
Pupo non si nasconde e si racconta al pubblico ticinese, in vista del suo prossimo concerto al Palazzo dei Congressi, sabato 29 aprile

LUGANO - "Su di noi", "Ciao", "Gelato al cioccolato" e tanti altri ancora. Tormentoni musicali che da soli misurano la grandezza artistica di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo. Il cantante toscano sarà a Lugano (sabato 29 Aprile, Palazzo dei Congressi) per raccontarsi e ripercorrere la sua storia artistica ultra quarantennale, nel suo live-tour mondiale, "Su di noi...la nostra storia".

Una vita intensa quella dello showman, oggi 67enne, con una famiglia allargata a due compagne e tre figlie (Ilaria, Clara, Valentina) e qualche ombra. Come la passione e la dipendenza per il gioco d'azzardo dalla quale «si può uscire con fatica, con dolore, con tanto aiuto da parte delle persone che ti vogliono bene e ti stimano», aveva raccontato poco tempo fa. 

Pupo, non è la prima volta che vieni in concerto a Lugano: potrebbe essere per te una città tentatrice, visto che c'è un casinò. Come va oggi col gioco d'azzardo?
«Ho smesso di giocare da 20 anni e a Lugano vengo per la gioia di cantare. Ma di questo problema continuo a parlarne nel mio spettacolo, per aiutare chi ne è vittima. E poi a Lugano ci torno molto spesso, ho amici che vivono qui, ultimamente anche per impegni di lavoro, in occasioni private per grosse società come in passato per i magnati russi».

Come sei riuscito a smettere o quando ha capito che era meglio fermarti?
«È stato un percorso faticoso e di sofferenza. Ci sono arrivato dopo tanto dolore, mio e della mia famiglia. È un problema orrendo. Certo, poi un c'è un momento dove tutto il seminato dà i risultati e questo è quanto accaduto a me».

Morandi ti ha aiutato a pagare i debiti in quel periodo, c'è chi dice che i soldi non glieli hai mai restituiti.
«Nessuno ha mai detto questo e non è così. Glieli ho dati in Tv a Striscia la notizia, si trattava di un prestito di 200 milioni di lire. Gianni è un amico vero, mi ha dato tempo e gli ho restituito tutto: sono un uomo all'antica, per me onore e stretta di mano sono tutto». 

Qualche anno fa conducevi programmi tv ma è da un po' che non ti si vede.
«Sono in una fase particolare della mia vita professionale, non ho nulla da chiedere. Ho condotto programmi e suonato in tutto il mondo. Ora voglio dare messaggi nei miei concerti perché tutto si può ottenere con la sofferenza, e in questo senso la Tv non mi affascina. Non ne sopporto l’ipocrisia e non ho le energie nervose per farla. Ci vado solo se ha un senso e se con uno spazio di prestigio, là dove posso esprimere la mia opinione; mai nei talk show dove ti parlano sopra o dove umiliano gli artisti, come fanno i reality».

E come conduttore?
Sono esigente perché ho già fatto tanto. E se mi chiameranno per una nuova edizione di "Affari Tuoi" la accetterei, vista la mia esperienza di giocatore e anche considerando che Amadeus ha bisogno di riposo: ora fa tutto lui in Tv».

Nonostante la pandemia, nel 2021 eri riuscito con qualche stratagemma a tornare in Russia. 
«Sono stato in Kazakistan, Uzbekistan e il primo maggio, dopo Lugano andrò in Russia, a Mosca, in un programma televisivo. Perchè dovunque vado porto un messaggio di pace e non mi piace dividere il mondo tra buoni e cattivi. Andrei a portare il mio messaggio anche in Ucraina, se mi chiamassero».

Hai mai incontrato Putin?
«Sì, ho suonato per lui e anni fa gli mandai un video messaggio di auguri. Ho cantato anche per Medvedev e Lavvrov. Del resto è del 1979 la mia prima volta in Russia. Amo tutti i paesi dell'Est perché mi hanno dato sostegno e considerazione, anche quando in Italia non accadeva». 

A gennaio 2022 si è parlato dell'inserimento del tuo nome nella lista degli indesiderati in Ucraina.
«Non credo di esserci mai entrato ufficialmente. Era più che altro un avvertimento scritto e inviatomi dal ministero italiano, che mi invitava a non andare in Ucraina, perché avrei potuto rischiare l'espulsione o l'arresto. Ne sono uscito grazie all'ambasciatore ucraino in Italia, che vive vicino casa mia, ci sentiamo via SMS. Il procedimento era dovuto alla mia partecipazione al Festival di Yalta, in Crimea. Poi con la guerra si è fermato tutto ma immagino che alla fine del conflitto mi inseriranno definitivamente nella lista».

Che idea ti sei fatto?
«Guarda, io non rinnego nulla di quanto ho fatto in vita. Se per questo ho suonato anche per Rinat Akhmetov, l'uomo più ricco d'Ucraina e presidente della squadra di calcio dello Shakhtar Donetsk, ma anche per i mafiosi, come i Gambino e i Genovese: suono per tutti quelli che mi chiamano». 

Hai raggiunto il successo negli anni '70, cosa ti spingerà a salire sul palco del Palazzo dei Congressi? 
«Le energie sono sempre più difficili da trovare per l'età che avanza, però io ne ho tante a livello psicologico, oltre alla voglia di morire sul palco lasciandoci cuore e anima. Non lo faccio per denaro, non ne ho bisogno, ne ho tanto che ho persino fatto fatica a spenderlo tutto. La musica è esigenza di fare ciò che amo: è la mia fortuna».

Cosa aspettarci dunque dalla tappa ticinese del tour "Su di noi...la nostra storia" ?
«Ora sono a Napoli di fronte a Capri, dopo i sold-out di Firenze e Mantova. A Lugano possono aspettarsi un'evoluzione del mio tour precedente, con tutti i miei successi e con i nuovi "L'indiffererenza" e "Centro del Mondo", realizzato insieme a mia figlia. Ci sarà tutta la mia storia, contornata da canzoni, racconti, filmati, riflessioni e sentimenti».

In una carriera ultra quarantennale, è facile immaginare tu abbia fatto i conti con qualche "no".
«Ho un problema: soffro di complesso di superiorità che mi ha sempre salvato, fin da piccolo. Ho lottato molto nel lavoro, nell'amore e nel sesso. Per cui non mi sento inferiore a nessuno.  Non mi frega delle critiche e non ho mai sofferto per i tre miliardi di no ricevuti: sono inattaccabile. Mi davano a scadenza limitata come il latte e ora sono ancora qui, anche se non ho una grande voce, ho il carattere giusto per filtrare tutto. Mai mi esalto e mai mi abbatto».

Quanto alle gioie?
«Non gioisco mai. Non ho un singolo momento di felicità da raccontarti, ma sono tanti gli attimi di gioia. Se proprio devo citare un episodio, penso al secondo posto a Sanremo insieme al principe Emanuele Filiberto, oppure alla vittoria della Gondola d'Oro nel 1981».

Si parla molto del triangolo sentimentale tra te, tua moglie Anna e la tua compagna Patricia, tecnicamente come funziona?
«Se ci fosse la possibilità di scrivere un manuale lo farei, con miliardi di copie vendute. In una situazione del genere ci sono capitato e le mie compagne hanno condiviso con me la strada, ma non so come ho fatto. Forse più che un amante mi considerano un figlio e ai figli si perdona tutto».

Per info e ticket: biglietteria.ch

 

 

 

 

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