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MUSICAL'Amore secondo Madame

12.04.23 - 06:30
L'Amore è il titolo - e il solo vero featuring - dell'ultimo album della cantante vicentina, che fa sempre più genere a sé. La recensione
Imago
L'Amore secondo Madame
L'Amore è il titolo - e il solo vero featuring - dell'ultimo album della cantante vicentina, che fa sempre più genere a sé. La recensione

Ti senti mai sbagliata? «Sì, ma mi piace». È solo una risposta affidata a una story su Instagram; una di quelle che si dissolvono nel giro di una rotazione terrestre. Ma è pure il mugshot perfetto di alcuni personaggi che Madame mette in scena nei tre quarti d'ora (abbondanti, nell'edizione digitale) del suo ultimo album.

L'AMORE. Non quello melenso, che sul pentagramma finisce troppo spesso per far rima solamente con cuore, noia e poco altro. Piuttosto un icosaedro; sfaccettato e variopinto, sebbene la palette di riferimento resti costantemente abbracciata a quel rosso che reclama per sé la totalità della copertina e "contagia" all'istante il display degli smartphone, tingendolo nella sua totalità non appena si accarezza il pulsante play. È, per antonomasia, il colore dell'amore. Ma anche quello del sangue.

«La più bella delle bugie. Il più studiato degli inganni. Il più persuasivo dei discorsi»; l'amore è in un certo senso il burattinaio che anima tutti i personaggi interpretati (o raccontati) da Madame, l'unico featuring - celato in bella vista - in un disco che vede l'artista vicentina smettere i panni da rapper per indossare la sua coraggiosa svolta cantautorale. In fondo lo aveva preannunciato: «Ho pensato di poter fare qualcosa che magari piacerà di meno, ma a me piace un casino». E qualche giorno di ascolti, possiamo già dirlo, è stato sufficiente a fare da cassazione all'annullamento di quel "magari...". Punto e a capo. Ora possiamo, davvero, premere play.

Si parla di amore. A volte è l'amore che parla. Ci sono gli occhi che cambiano a ogni tiro di dadi. E i punti interrogativi, a volte impliciti, che si sprecano. Quelli che fanno da interlinea agli sguardi teneri di "Come voglio l'amore". Madame ricama una dedica agli uomini. Conosciuti. Amati. A volte anche solo immaginati. E, in bilico su quel filo, cerca risposte. Non le trova, o così sembra, ma quel che importa è la ricerca.

Quella de "Il bene nel male" è una storia che già conosciamo tutti. Un amore che è solo «di chi prova amore, non è di chi lo riceve», fatto debuttare in quel di Sanremo lo scorso febbraio. Lei, prostituta, innamorata di lui, un suo cliente. Il rimpianto da una parte («non sono nemmeno un dolce ricordo»), il rimorso da quell'altra («sei lo sbaglio più fatale che ho commesso nella vita»). Il bene, il male e il loro amplesso. Il fil rouge con "Bocca di rosa" è visibile solo in controluce.

La grammatica di Fabrizio De André, quella vera, Madame la prende in prestito per arredare la messa in scena in "Per il tuo bene" («mi farei uomo solo per donarti il padre che non hai avuto»); mentre alla regia troviamo Luca Faraone che "sistema le luci" e allunga la coda dell'occhio sugli appunti di Franco Battiato. Anche "Quanto forte ti pensavo" pesca a piene mani dalla tradizione della musica italiana. Ma lo fa senza l'effetto naftalina di chi ricalca i contorni e stop. Si resta sempre nel 2023.

Dalla penna di Madame non escono però solo poesie e carezze. Perché l'amore non è sempre mare sereno. Non è sempre un "Milagro" - come nella dedica alla sua migliore amica, Matilde -; quel silenzio che fa riposare. È carnale. Tormentato. Ma anche senza filtri e sboccato, e lo ascoltiamo in "Pensavo a..." - breve ma intenso esercizio di stile in chiave rap che non arrossisce mai - e in "Donna vedi" quando ci ricorda che «io sono donna, sì, ma nella scorsa vita avevo il cazzo». Una provocazione. La miccia per innescare una reazione. O una riflessione. Ma come per il saggio che indicava la Luna, ci sarà anche in questo caso qualcuno che guarderà solo il... "dito".

Di riflesso, anche la tavolozza sonora non è mai la stessa. Si scivola dall'elettronica con sottili innesti folk ("La festa della cruda verità") alla leggerezza della bossa nova ("Nimpha - Storia di una ninfomane"), fino ai giri di piano e i gorgheggi di un moog ("Avatar - L'amore non esiste"). Quasi come se volesse ribadire che, anche nella musica, l'amore in fondo non conosce genere. Proprio come Madame, che fa sempre più categoria a sé.

Madame sarà in concerto in Piazza Luini, a margine del LAC, il prossimo 12 luglio. La prevendita è già attiva su Biglietteria.ch

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