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STATI UNITIOggi l'Uomo Ragno compie 60 anni

15.08.22 - 15:15
La sua prima storia sulle pagine di “Amazing Fantasy”, cambierà per sempre il mondo dei supereroi (e non solo)
Marvel/Cloumbia/CristophelCollection
Oggi l'Uomo Ragno compie 60 anni
La sua prima storia sulle pagine di “Amazing Fantasy”, cambierà per sempre il mondo dei supereroi (e non solo)

NEW YORK - Un uomo, anzi un ragazzo, con i poteri di un ragno che non combatte mostri galattici o potenze totalitariste ma i criminali della "sua" New York.

È questa l'idea alla base di un personaggio nato dall'intuizione di uno Stan Lee non ancora 40enne e il cui esordio è stato affidato in maniera ben poco cerimoniosa alla rivista contenitrice di Marvel, “Amazing Fantasy”. Un successo tanto grande a proiettare nell'olimpo un'icona supereroistica che ha davvero pochi eguali nella storia dei fumetti: Spider-Man.

Le avventure di Peter Parker, universitario con anche diversi problemi di cuore e tribolate amicizie, hanno infatti subito fatto breccia in un pubblico nuovo - gli adolescenti - che in quegli anni iniziavano ad avvicinarsi ai fumetti. Quel giornalino, pubblicato il 15 agosto 1962, fu il primo tassello di un lunghissimo percorso in cui l'Uomo Ragno (chiamiamolo così, per una volta) è più o meno sempre rimasto un protagonista dell'immaginario culturale pop globale.

Il premio Oscar
Forse non lo sapevate ma sì, Spider-Man ha vinto un premio Oscar. Ad accaparrarselo nel 2019 il davvero sorprendente (e straconsigliato) “Spider-Man - un nuovo universo”, tri-diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman. Oltre all'accattivante stile grafico, che ricorda i fumetti cartacei, è anche il primo a lanciare l'idea del multiverso (che ormai è un caposaldo dell'universo cinematografico Marvel).

A decretarne il successo decennale, oltre all'innegabile carisma di Peter e alcuni antagonisti davvero memorabili (Kingpin, Goblin, Venom e anche il magnate mediale Jonah Jameson), sono soprattutto le storie e il taglio scelto che puntano più sull'umano che sul superumano, mettendo al centro relazioni e tribolazioni piuttosto che iperboliche avventure (che comunque non mancheranno). Un modo d'intendere i supereroi che farà scuola e dal quale diventerà impossibile prescindere.

Vero e proprio punto di svolta per la popolarità globale del “Ragnetto”, è senza dubbio il grande schermo che - con la trilogia di film di Sam Raimi dei primi 2000, con degli azzeccatissimi Tobey Maguire (Peter) e Kristen Dunst (Mary Jane) - riuscì a dimostrare che i supereroi al cinema avevano un potenziale tutto da sfruttare.

E sarà poi proprio Marvel a cogliere la palla al balzo, costruendo il suo universo narrativo da milioni di dollari d'incassi attorno agli Avengers e Capitan America, anche perché i diritti del suo "numero uno" erano bloccati da un contratto firmato tempo addietro con Sony.

Sarà poi con il terzo reboot della saga, con il dinamico Tom Holland nei panni di un giovanissimo Peter Parker (liceale e non universitario) che tutto quanto convergerà in quel colossale successo da 1,8 miliardi che è poi stato “Spider-Man: No Way Home”.

L'esordio accanto a Tony Stark e compagnia

La prima volta del giovane Spidey in una pellicola griffata Marvel, toccherà proprio all'Uomo Ragno di Tom Holland in “Captain America: Civil War”. A introdurlo e presentarlo al grande pubblico è uno degli Avengers più popolari, ovvero Tony Stark/Iron Man. Stark (Robert Downey Jr.) fungerà anche da figura paterna e da mentore per l'adolescente riscopertosi supereroe, tanto nei film corali quanto in quelli solisti. 

 

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